I rave party ancora al centro dell'attenzione dopo la norma che punisce con la reclusione da tre a sei anni organizzatori e partecipanti. E che fa litigare il leader della Lega, Matteo Salvini, e il segretario del Pd, Enrico Letta. «Un Pd ormai in confusione totale difende illegalità e rave party abusivi, chiedendo al governo di cambiare idea», scrive su twitter il vicepremier. Il riferimento è alle tante richieste di esponenti dem, a partire dalle due capogruppo Deborah Serracchiani e Simona Malpezzi, di ritirare la norma. Salvini ha aggiunto poi che «indietro non si torna» e che «le leggi finalmente si rispettano». La risposta è arrivata dal leader dem. «No, il rave party di Modena è stato gestito bene, con le leggi vigenti», commenta Letta. «Le nuove norme che avete voluto con decreto legge non sono contro "i rave party abusivi" ma suonano come limite alla libertà dei cittadini e minaccia preventiva contro il dissenso». Aggiungendo poi gli hashtag #TornateIndietro e #NoArt434bis". Critiche al governo sono arrivate anche da Più Europa e Alleanza Verdi-Sinistra. «La lettura del testo rivela una norma molto diversa dal provvedimento specifico sui rave evocato dalla presidente Meloni e dai suoi ministri», spiega Riccardo Magi. «Una norma talmente generica e a maglie così larghe che potrà trovare applicazione nei casi più disparati e con grande discrezionalità: una legge dal sapore putiniano», aggiunge. Sulla stessa lunghezza d'onda Angelo Bonelli. «Quella approvata dal governo Meloni è una norma che ricorda la Russia di Putin», spiega il deputato, dove è ormai «quasi impossibile esercitare il diritto di protesta pacifica».