Con 138 voti a favore, 45 no e 57 astenuti, l'aula del Senato ieri ha approvato, con i soli voti del Movimento 5 Stelle e della Lega, la mozione di maggioranza su Radio Radicale riformulata dal governo con le correzioni del sottosegretario Vito Crimi. La convenzione sarà prolungata di tre anni per il completamento della digitalizzazione e la messa in sicurezza dell'archivio, mentre il Parlamento – “in tempi brevi” – varerà una legge per trovare una soluzione definitiva al problema delle gare per i servizi radiofonici istituzionali. Per le opposizioni il documento giallo- verde “non salva Radio Radicale”.

Il Pd ha votato contro, mentre Sel, Fdi e Forza Italia si sono astenuti. Radio Radicale, in una nota, ha fatto sapere che “saluta con favore l'indizione di una gara per l'assegnazione del servizio di trasmissione delle sedute del Parlamento, gara che chiede pubblicamente dal 1998, e al contempo chiede che si arrivi rapidamente ad una soluzione per la copertura del periodo transitorio, che va dal 21 maggio scorso all'assegnazione della medesima gara. Senza questa rapida soluzione transitoria il servizio svolto da Radio Radicale fino ad oggi rischia di interrompersi”.

Respinta invece, la mozione del Pd che chiedeva il rinnovo della convenzione per altri sei mesi. Il primo firmatario Andrea Marcucci ha puntato il dito contro il governo che “odia la libertà di informazione perché è abituato a raccogliere il consenso con le fake news'. Un'accusa che Crimi ha respinto: “Non è possibile ad oggi procedere con un rinnovo della convenzione in assenza di una legge. L'impegno è che si farà nel più breve tempo possibile”. Ieri in aula si sono rivisti ricompattati pentastellati e leghisti, quando fino a qualche giorno fa i secondi accusavano i primi alla Camera di voler chiudere l’emittente radiofonica non avendo reso ammissibili gli emendamenti per il rinnovo della convenzione. Per la senatrice Tiziana Nisini della Lega la mozione approvata “va incontro anche alle esigenze e alle richieste di Radio Radicale, che ha chiesto più volte, con i suoi editori, che venisse indetto un bando di gara”. Dinanzi all’atteggiamento schizofrenico della Lega, a tracciare una strada possibile per il futuro è il senatore dem Roberto Rampi: “Ora tutta la pressione della società civile deve concentrarsi sul voto della Camera che può dare attuazione ai principi della mozione di maggioranza votando un emendamento al cosiddetto decreto Crescita che garantisca intanto la copertura dei costi per il tempo necessario alla realizzazione del progetto di legge annunciato dalla mozione di maggioranza. Ho regalato al sottosegretario Crimi una radio a fine seduta come gesto simbolico invitandolo ad ascoltare Radio Radicale che dalle sue parole sembra non conoscere”.