Non è un momento felice, per Matteo Piantedosi: il ministro dell’Interno è sotto tiro anche a livello internazionale. Alle pesantissime accuse che lo bersagliano in Italia per i tardivi soccorsi nella tragedia di Cutro, si aggiunge ora un addebito decisamente meno grave, e per certi aspetti surreale: avrebbe imposto il divieto di trasferta ai tifosi dell’Eintracht Francoforte – squadra tedesca che mercoledì prossimo incontrerà il Napoli al “Maradona” per gli ottavi di Champions league – sollecitato dalla passione per gli azzurri di Spalletti. Piantedosi è napoletano, è vero: ma a partire da un mero dato anagrafico, è la Frankfurter Allgemeine Zeitung, quotidiano tra i più autorevoli in Germania, a insinuare che il provvedimento sia dettato da inconfessabili ragioni di tifo. E c’è anche di più: perché un deputato della Spd, Armand Zorm, è arrivato addirittura a interpellare l’ambasciatore italiano in Germania per denunciare la vicenda e chiedere di revocare il “bando” contro i tifosi di Francoforte.
Cosa è successo? Che appunto, in vista del delicatissimo match di Napoli, il Capo del Viminale ha emesso un provvedimento piuttosto raro per le competizioni sportive europee: ha proibito al club di Aurelio de Laurentiis di vendere biglietti ai tifosi dell’Eintracht, con contestuale chiusura del settore ospiti. Ebbene, la Frankfurter Allgemeine Zeitung, quotidiano autorevole e noto appunto anche con l’acronimo Faz, si chiede: «Il Viminale sta indebolendo indebitamente l’Eintracht e creando un precedente? Il fatto che il ministro dell’Interno sia napoletano potrebbe favorire un corto circuito in questo Paese».
Certo, riconosce la Faz, «Piantedosi è interessato all’ordine pubblico, a garantire la sicurezza», e gli ultras di Francoforte garantirebbero l’esatto contrario, visto che nella gara d’andata in Germania avevano sferrato violenti assalti ai tifosi del Napoli. Ma intanto, aggiunge la Frankfurter Allgemeine Zeitung, se è vero che «i tifosi tedeschi hanno attaccato quelli napoletani» è vero pure che negli scontri gli ultras partenopei «si sono difesi bene, opportunamente preparati ed equipaggiati».
Fino alla conclusione: «Non ci vuole molta fantasia per dire che i ministeri dell’Interno hanno una certa vicinanza a importanti società calcistiche del loro Paese. Non sarebbe la prima volta che gli interessi politici vengono preferiti alla concorrenza leale».
Dai giornali, la questione è arrivata, come detto, addirittura al Bundestag: un parlamentare della Spd, Armand Zorn, ha scritto all’ambasciatore italiano a Berlino di «aver letto con grande sgomento del decreto del ministero dell’Interno italiano contro il club Ssc Napoli: il divieto di vendita dei biglietti ai tifosi dell’Francoforte è una grave interferenza nella competizione sportiva».
Zorn rincara la dose: scrive di temere che il divieto di trasferta imposto per Napoli-Eintracht diventi «un pericoloso precedente per il calcio europeo». Ed esorta perciò «il governo della Repubblica italiana» a «revocare l’ingiunzione contro l’Ssc Napoli e a iniziare a vendere i biglietti che l’Eintracht consente, secondo la quota di ospiti delle regole Uefa. Una partita di calcio include i tifosi di entrambe le squadre, ogni altra soluzione va contro lo spirito del calcio».
Non sappiamo se Piantedosi avrà tempo per occuparsi pure di questa grana. Forse sarà costretto a farlo, se non vorrà correre il rischio di trovarsi, dopo la strage di migranti, al centro di un imprevedibile caso diplomatico.