Nel naufragio di Cutro, “il primo dato certo è che l'assetto aereo Frontex che, per primo, ha individuato l'imbarcazione alle ore 22.26 del 25 febbraio a 40 miglia nautiche dall'Italia, non ha rilevato e, quindi, non ha segnalato una situazione di distress a bordo, limitandosi a evidenziare la presenza di una persona sopra coperta, di possibili altre persone sotto coperta e una buona galleggiabilità dell'imbarcazione”. Lo ha ribadito il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa urgente alla Camera.

“Frontex - ha proseguito Piantedosi - annotava, altresì, che l'imbarcazione procedeva a velocità regolare (6 nodi l'ora), non appariva sovraccarica e non 'sbandava'. Peraltro, nessuna segnalazione di allarme o richiesta di aiuto proveniva dall'imbarcazione in questione”. “Il momento preciso in cui, per la prima volta, si concretizza l'esigenza di soccorso per le autorità italiane” coincide con l'arrivo “sull'utenza di emergenza 112 di una richiesta di soccorso telefonico da un numero internazionale che veniva geolocalizzato dall'operatore della Centrale operativa del Comando provinciale dei Carabinieri di Crotone e comunicato, con le coordinate geografiche, alla Sala operativa della Capitaneria di Porto di Crotone”, rende noto il titolare del Viminale. Pochi minuti prima, “alle 03.55”, la Sala operativa del Comando provinciale della Guardia di finanza di Vibo Valentia aveva contattato le sale operative del Corpo dei comandi provinciali di Catanzaro e di Crotone, nonché quelle della Polizia di Stato e dei Carabinieri di Crotone e Catanzaro, chiedendo “l'invio di pattuglie nella zona di interesse, specificando, altresì, che le unità navali della Guardia di finanza non avevano stabilito alcun contatto con il natante e che, a causa delle avverse condizioni del mare, quest'ultimo non poteva essere raggiunto, motivo per cui le loro unità navali erano state costrette a rientrare”. “Premesso che il bilancio” del naufragio di Cutro “non è ancora definitivo, gli aggiornamenti giunti dalla Prefettura di Crotone portano il numero delle vittime a 72, di cui 28 minori, mentre i superstiti sono 80”. Dei

superstiti “54 sono accolti nel locale Centro di Accoglienza Richiedenti Asilo (Cara), 12 nel Sistema Sai a Crotone, 8 sono ricoverati in ospedale, 2 minori non accompagnati sono stati collocati nelle strutture dedicate e 3 soggetti, presumibilmente gli scafisti, sono stati arrestati”, aggiunge il ministro che, parlando dei presunti scafisti, spiega: “Sono stati fermati un cittadino turco e due pakistani, uno dei quali minorenne. Sono in corso le ricerche di un quarto scafista e non si escludono sviluppi nelle prossime ore”.

Gli scafisti del naufragio di Cutro - sottolinea il ministro, “hanno tenuto nascosti i migranti sottocoperta per tutta la traversata, in condizioni disumane; hanno utilizzato, con ogni probabilità, un dispositivo in grado di inibire la trasmissione e la ricezione di onde radio; hanno scelto di sostare molte ore davanti alle coste calabresi per sbarcare di notte ed evitare di essere intercettati dalle forze dell'ordine; hanno cercato di sbarcare in un luogo isolato, anziché in un porto dove i migranti avrebbero potuto ricevere soccorso; sentendosi minacciati, hanno compiuto una virata azzardata che ha determinato il naufragio. Alla gravità di questa condotta criminale - aggiunge Piantedosi - facevo riferimento quando, con commozione, sdegno e rabbia e negli occhi l'immagine straziante di tutte quelle vittime innocenti, ho fatto appello affinché la vita delle persone non finisca più nelle mani di ignobili delinquenti, in nessun modo volendo colpevolizzare le vittime”.

“Sostenere che i soccorsi sarebbero stati condizionati o addirittura impediti dal governo costituisce una grave falsità che offende, soprattutto, l'onore e la professionalità dei nostri operatori impegnati quotidianamente in mare, in scenari particolarmente difficili”.