«La seconda carica dello Stato è fuori controllo, le sue dichiarazioni prospettano il tentativo di influenzare il corso della giustizia, gettano squallide ombre su una giovane donna e squalificano il ruolo di garanzia della Presidenza del Senato. Questo episodio si aggiunge all'attacco di Palazzo Chigi contro la magistratura e a un clima di complessivo attacco portato dall'esecutivo all'equilibrio dei poteri. Tutto ciò non ha nulla a che fare con il garantismo ma con la volontà di togliersi di torno l'impaccio delle regole». Così Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico, in merito alle dichiarazioni del presidente del Senato, Ignazio La Russa, sulla vicenda che coinvolge il figlio indagato a Milano per violenza sessuale nei confronti di una 22enne che lo ha denunciato. 

Anche Furfaro attacca La Russa

«"La ragazza aveva assunto cocaina”. “Dubbi su denuncia a mio figlio dopo 40 giorni”. Quelle di Ignazio La Russa sono dichiarazioni indegne per un presidente del Senato e per chi ha il dovere di rappresentare le Istituzioni con disciplina e onore. Non solo: sono affermazioni che ignorano completamente la legge, la quale garantisce alle donne non 40 giorni di tempo, ma 12 mesi per sporgere denuncia. E una delle ragioni per cui tante donne non denunciano o sono costrette a pensarci 1000 volte è proprio in queste parole inaudite: il timore di non essere credute, la paura di essere colpevolizzate. Persino dalla seconda carica dello Stato». Lo scrive su Twitter Marco Furfaro, della segreteria nazionale Pd. «Sarà la magistratura a stabilire eventuali responsabilità di La Russa figlio, ma per il presidente del Senato La Russa la condanna politica è totale. Non è degno di ricoprire quel ruolo», conclude.