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«Io voglio dare soltanto un contributo sotto forma di programmi e contenuti». Stefano Parisi prova a stemperare i toni. Silvio Berlusconi gli aveva assegnato il compito di riorganizzare il centro destra, ma il manager milanese sa bene che potrà fare affidamento solo sulle sue forze per trovare uno spazio nella politica italiana. Il Cavaliere sembra ancora indeciso sulla strada da seguire, e il suo partito, Forza Italia, è diviso in mille rivoli. Tra gli azzurri, sono in tanti a temere l'ascesa di un potenziale leader autonomo. E nell'incertezza è meglio non far nulla, vedere come va a finire, disertando la convention milanese organizzata dall'ex amministratore delegato di Fastweb per il 16 e 17 settembre.Ufficialmente si tratta di un gesto di galanteria politica: evitare di connotare troppo la kermesse, lasciando a Parisi la libertà di coinvolgere la società civile. Di fatto, l'ex candidato sindaco si sente abbandonato al suo destino. «Succede quando si rinnova. Davanti al cambiamento qualcuno rimane sempre sconcertato», dice "mister Chili" a Porta a Porta. «Sono tutti invitati alla mia convention. L'ingresso è libero. Ma alla fine, che ci sarà la nomenklatura del partito o non ci sarà penso che questo interessi a pochi. Sono contento che vengano consiglieri e amministratori, gente che ha preso voti», dice, lanciando una frecciatina ai big del partito.E la nomenklatura non ci sarà. C'è sempre tempo, eventualmente, per salire sul treno in corsa. Per ora i colonnelli di Forza Italia fanno pressioni sul Cavaliere perché si dedichi full time al rilancio del partito. Berlusconi deve assecondare i capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta annunciando una «conferenza programmatica nazionale, entro la metà di ottobre, rivolta agli eletti di Forza Italia, per rilanciare l'alleanza di tutto il Centro destra come alternativa di governo seria e credibile». Se non fosse arrivato a pochi giorni dalla convention di Parisi, l'annuncio sarebbe stato quasi insignificante. Ma, vista la tempistica, assomiglia a un segnale di ostilità nei confronti del manager. Che, però, insiste: «Ho illustrato il mio progetto a Berlusconi e a lui piace. Vuole aria nuova. C'è voglia di rinnovamento, la base è entusiasta e credo che ci sia una spinta al rinnovamento molto forte. Poi, se si bloccherà o no non dipende da me».L'outsider del centrodestra deve cercare consensi fuori dal recinto di Forza Italia. E ieri è arrivato l'in bocca al lupo di Vincenzo Bocca, il presidente di Confindustria, che ha augurato «a Stefano Parisi il successo». Il "papa straniero" del centro destra drizza le antenne, annusa ogni movimento dell'aria, e si rende conto che mentre Berlusconi tergiversa, il resto del mondo comincia a muoversi. Due giorni fa, a incoraggiare il manager, ci aveva pensato il Corriere della Sera, con un editoriale firmato dal direttore Lucio Fontana: «L'Italia ha bisogno di spirito d'impresa anche in politica, e questo Stefano Parisi è in grado di assicurarlo, ma soprattutto di un gruppo dirigente in sintonia con il diffuso disagio economico e sociale».Ma il centro destra per ora non sembra in grado di uscire dal vicolo cieco in cui si è cacciato. E se Giovanni Toti il 17 andrà a Pontida, Giorgia Meloni sceglie un'altra strada ancora: gazebo in tutta Italia e per chiedere agli elettori del centro destra la strada da seguire. Ogni suggerimento è ben accetto.