L’orrore di Bucha apre un nuovo capitolo nella guerra in Ucraina e rende più concreta la possibilità di un embargo totale sul gas russo. «Quante Bucha devono esserci prima di passare a un embargo completo su petrolio e gas dalla Russia? Il tempo è finito», sottolinea il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, che trova immediatamente sponda nel ministro degli Esteri Luigi Di Maio. «I fatti di Bucha, i civili morti per strada, i civili inermi colpiti dall’esercito russo, stanno scatenando un’onda d’indignazione che porteranno a nuove sanzioni. Non escludiamo che nelle prossime ore ci possa essere un dibattito sullo stop all’import del gas russo». Dal presidente del Consiglio Mario Draghi arriva una condanna netta: «Le immagini dei crimini commessi a Bucha e nelle altre aree liberate dall’esercito ucraino lasciano attoniti. Il presidente della Camera, Roberto Fico, chiede che «le organizzazioni internazionali abbiamo abbiano accesso a queste aree per documentare gli orrori in mondo indipendente e accertare le atrocità di cui le autorità russe dovranno rendere conto. Serve moltiplicare gli sforzi per fermare questa guerra». «La crudeltà dei massacri di civili inermi è spaventosa e insopportabile. Le autorità russe devono cessare subito le ostilità, interrompere le violenze contro i civili, e dovranno rendere conto di quanto accaduto. L’Italia condanna con assoluta fermezza questi orrori, ed esprime piena vicinanza e solidarietà all’Ucraina e ai suoi cittadini», afferma il premier. A favore dello stop all’import è gran parte dell’arco parlamentare italiano, da Pier Ferdinando Casini che dice «Letta, yoùre right», a Stefano Fassina, deputato di Leu. Non passa inosservato il silenzio di Matteo Salvini: «Orban ha attaccato Zelensky, nel giorno di Bucha. Salvini si è congratulato con Orban che ha attaccato Zelensky, nel giorno di Bucha. Houston, abbiamo due problemi, entrambi piccini, entrambi seri, purtroppo», scrive il deputato dem, Filippo Sensi. «Bucha è un richiamo all’Europa e a tutti noi su cosa stiamo finanziando ogni giorno acquistando il gas Russo. Sospendere l’acquisto di gas russo fino al cessate il fuoco sarebbe doveroso ed umano. Sarebbe nell’interesse dell’Europa che vuole costruire un futuro di libertà e democrazia e quindi di pace. Proviamo e cercare insieme, in Europa, un modo ragionevole per farlo», dice il segretario di più Europa, Benedetto Della Vedova. Invita a tenere i nervi saldi Carlo Calenda. Rivolgendosi direttamente a Letta, il segretario di Azione chiede: «Belle queste dichiarazioni Enrico. Ma hai anche un piano per sostituirlo immediatamente? Perché fino a un mese fa eri contrario ad ogni investimento su gas e non ti ho sentito dir nulla sull’uso del carbone. È tempo di fare proposte serie». Per Calenda, i russi sono «colpevoli di crimini di guerra contro la popolazione civile». Giusto, quindi, incrementare le sanzioni contro Mosca. Ma occorre, al contempo, tenere «i nervi saldi» e ponderare ogni iniziativa: «Dobbiamo aumentare la pressione sulla Russia, non far scoppiare un conflitto mondiale». Da Italia Viva arriva la richiesta di fare luci sui crimini di guerra in Ucraina: «L’orrore di Bucha, e anche in altre città come Irpin, ha un solo nome: crimini di guerra. Non è una ritirata, è un massacro. I corpi dei civili lungo le strade, le notizie di stupri come arma di guerra. Ha ragione Ursula Von der Layen, è urgente un’indagine indipendente». E il leader di Iv, Matteo Renzi, paragona quanto accaduto a una delle pagine più buie della seconda metà del Novecento: «Siamo la generazione cresciuta con la vergogna del massacro di Srebrenica. Pensavamo "Mai più". Oggi invece vediamo immagini atroci. Sparare sui civili non è guerra: è un crimine di guerra». Anche per il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, le immagini di Bucha fanno tornare «gli incubi del Novecento in Europa. Questa tragedia va fermata immediatamente». Per Giorgia Meloni, «lasciano senza fiato le immagini dei civili giustiziati per le strade e delle fosse comuni, che arrivano da Bucha dopo il ritiro delle truppe d’invasione di Putin. Una barbarie che riemerge dalle epoche più buie della storia europea e che speravamo di non rivedere mai più. Va fatto ogni sforzo per la pace e per fermare l’aggressione all’Ucraina». Sul fronte internazionale, è Emmanuel Macron è il primo ad esprimere «l’auspicio» che si possa giungere «questa settimana» al blocco completo delle importazioni di petrolio e carbone dalla Russia. Il presidente francese, intervenendo sull’emittente France Inter, ha affermato che ci sono «segnali molto chiari» che a Bucha, la cittadina attorno a Kiev che era stata occupata dalle truppe russe, siano stati commessi «crimini di guerra». «Non possiamo lasciar perdere. Dobbiamo avere delle sanzioni che dissuadano da ciò che è accaduto lì», ha detto Macron, che ha offerto all’Ucraina l’assistenza della Francia nell’indagine su quanto accaduto. Senza volere «anticipare» le conclusioni, Macron ha però sottolineato che «era l’esercito russo che era a Bucha» e che «sia più o meno accertato che è stato l’esercito russo» a commettere questi crimini. I responsabili, ha aggiunto, «dovranno risponderne» e «non ci sarà pace senza giustizia».