Sulla rotta jonica «solo l'anno scorso ne sono sbarcati 18mila», «rispetto alla Sicilia, è una meta meno pubblicizzata» ma anche le ong «l'hanno sottovalutata, qui non hanno mai operato. Ma io vorrei, per prima cosa, che l'Europa si muova su questa rotta come si è mossa per frenare quella balcanica. Poi se ci fosse qualcuno in più a dare una mano, capace di soccorrere in mare donne e bambini, sarebbe senz'altro positivo». Così il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto in un'intervista a La Stampa in merito alla strage di migranti del naufragio di Steccato di Cutro, nel Crotonese.

«Noi non ci siamo mai lamentati, non abbiamo mai soffiato sul fuoco o parlato alla pancia dei calabresi» ma ci sentiamo «assolutamente abbandonati, da tutti i governi nazionali», precisa Occhiuto. Il governatore calabrese a livello razionale condivide le parole del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi «perché molte di queste persone partono pensando di potersi costruire una nuova vita ma la verità è che, se uno è davvero disperato, parte senza pensare ai rischi. Il governo fa bene a lavorare per limitare le partenze, dialogando con i Paesi di origine e di transito, ma l'urgenza è quella di potenziare gli strumenti europei per il soccorso in mare, a legislazione vigente».

Per questo, precisa Occhiuto, «penso che le Ong svolgano una funzione importante, soccorrendo i migranti in mare, e che non vada impedita. Ma è evidente che deve essere regolamentata».