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Letta
«In primo luogo - spiega il Nazareno - partirà già oggi una campagna di mobilitazione su tutto il territorio nazionale per convogliare l'impegno di iscritti e militanti dem, e delle tante associazioni che gravitano intorno al centrosinistra, in azioni di concreta solidarietà, a partire da una sottoscrizione pubblica per raccogliere le donazioni dei singoli cittadini. Sottoscrizione cui sono chiamati a impegnarsi, per primi e direttamente, i dirigenti, i parlamentari e i consiglieri regionali del Pd». Ma l'impegno di distribuisce in quattro fasi, spiegate nel corso della riunione. «In secondo luogo - spiegano ancora fonti dem - si è deciso di coordinare le iniziative delle sindache e dei sindaci e delle amministrazioni locali a guida dem, per meglio gestire, e sostenere materialmente, le operazioni di accoglienza oltre la primissima fase di emergenza». Forte, in questo senso, il richiamo del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, secondo il quale «sono 290mila gli afghani cui l’Europa negli scorsi anni ha negato il permesso di soggiorno: 30mila donne, 70 mila minori, 25 mila tra bambine o ragazze, 230mila sono ancora sul suolo europeo, senza diritti» e di conseguenza spiega che «c’è una cosa che possiamo fare, subito: concedere loro l’asilo politico». I dem chiamano alla mobilitazione anche nel corso delle presenti e future feste dell'Unità, visto il periodo. «Inoltre, in tutte le occasioni di socialità e partecipazione organizzate dal Pd - dalle Feste dell'Unità alle preAgorà democratiche - saranno allestiti degli stand per illustrare la campagna, tenere alta l'attenzione sulla questione, coinvolgere i cittadini, raccogliere contributi e adesioni - illustra il Nazareno - Infine, la Conferenza delle democratiche sta sostenendo un primo helpdesk per chi vuole mettersi a disposizione e aiutare donne e famiglie in stato di necessità. Attiva per questo da ieri la mail info@ledonnexledonne.org». Iniziative che il segretario del Pd, Enrico Letta, ha definito «aiuti concreti per la società afgana che non vuole tornare indietro», mentre per le strade di Kabul il coraggio dei manifestanti che protestano contro il Talebani è represso nel sangue.