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Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, ha deliberato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale a seguito dell’eccezionale incremento dei flussi di persone migranti attraverso le rotte del Mediterraneo. Sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni di euro, avrà validità di sei mesi e permetterà agli enti locali di avere maggiori poteri nella gestione dei flussi migratori.
«Abbiamo aderito volentieri alla richiesta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ben consapevoli della gravità di un fenomeno che registra un aumento del 300 per cento - ha detto Musumeci - Sia chiaro, non si risolve il problema, la cui soluzione è legata solo ad un intervento consapevole e responsabile dell’Unione europea».
La dichiarazione dello Stato di emergenza, spiegano fonti di governo, «consente di assicurare risposte più efficaci e tempestive sul piano della gestione dei migranti e della loro sistemazione sul territorio nazionale». Non solo. «Con lo stato di emergenza si potranno realizzare procedure e azioni più veloci per offrire ai migranti soluzioni di accoglienza in tempi brevi con adeguati standard - continuano le stesse fonti - Inoltre saranno coinvolte la Protezione Civile e la Croce Rossa italiana con il loro bagaglio di esperienze e dotazioni e allo stesso tempo, si potranno aumentare e rafforzare le strutture finalizzate al rimpatrio dei non aventi diritto alla permanenza in Italia (CPR), potenziando le attività di identificazione ed espulsione».
E mentre la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è attesa venerdì in Etiopia, l’attuale capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Viminale, il prefetto Valerio Valenti, è il nome più accreditato per il ruolo di commissario straordinario per l’emergenza migranti, nomina che dovrebbe arrivare nelle prossime ore.
E a proposito di nomine, giovedì il governo ufficializzerà quelle dei vertici delle partecipate dallo Stato. Occhi puntati sui vertici di Eni, Enel, Terna, MPS, Poste e Leonardo, prima della partenza del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, per Washington dove parteciperà agli incontri di primavera del Fondo monetario internazionale. Tra chi è certo della riconferma c’è Claudio Descalzi, che con ogni probabilità resterà Amministratore delegato di Eni, e Matteo Del Fante, che rimane alla guida di Poste. Sempre più difficili invece le riconferme per l’Ad di Enel, Francesco Starace, e per quello di Leonardo, Alessandro Profumo. Quest’ultimo potrebbe essere sostituito dall’ex ministro alla Tranisizione energetica Roberto Cingolani, mentre per la guida di Enel resta forte il nome di Stefano Donnarumma, che lascerebbe scoperta la poltrona di Terna per la quale si pensa ad una donna, Giuseppina di Foggia, in arrivo da Nokia. Per la presidenza di Enel il favorito è Paolo Scaroni, ben visto da Lega e Forza Italia, ma è proprio sul suo nome che ci sarebbero più remore da parte di Giorgia Meloni, che vorrebbe invece in quel ruolo Luciano Carta.
Intanto il Cdm ha anche approvato il Def, confermando le previsioni già trapelate di una crescita programmata dell’un per cento per il 2023 con un rapporto deficit più al 4,5 per cento.