«È accaduto un fatto molto grave, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni è venuta in Parlamento e ha scelto di mentire al Parlamento e a tutti i cittadini, sostenendo che il mio governo aveva dato il via libera al Mes nel gennaio 2021, senza mandato parlamentare e con il favore delle tenebre, lo avrebbe fatto quando ormai si era dimesso, con gli scatoloni pronti. Meloni ha mentito consapevole di mentire, era deputata quando il 9 dicembre 2020 in Parlamento abbiamo tenuto un ampio dibattito sul Mes, certificato anche dagli atti». Così il leader del M5S Giuseppe Conte, in una conferenza stampa alla Camera convocata ieri in tarda serata.

«Al contrario di quello che ha affermato Meloni, il tutto è stato fatto alla luce del sole», nel dicembre 2020 «c'è stato un ampio dibattito e il pieno coinvolgimento del Parlamento». Dunque dalla premier, accusa Conte, «un cumulo di falsità, che disonora la massima istituzione di governo. Qual è difesa che può avere il Parlamento di fronte a questa sequela di menzogna? Ci sono degli strumenti, e io ho appena consegnato al presidente della Camera Fontana una richiesta di istituire un Giurì d'onore che istituisca una commissione speciale deputata ad accertare le menzogne, la dolosa condotta» della presidente del Consiglio. «Obiettivo - spiega l'ex premier - è ristabilire la verità dei fatti e ripristinare l'onore minato dal comportamento menzognero della presidente Meloni».

Della richiesta, fa sapere Conte, è stato informato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ora sarà il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, a valutare se ricorrano gli estremi per convocare il Giurì d'onore. Il Regolamento della Camera, all'articolo 58, recita che “quando, nel corso di una discussione, un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità, egli può chiedere al presidente della Camera di nominare una Commissione la quale giudichi la fondatezza della accusa; alla Commissione può essere assegnato un termine per presentare le sue conclusioni alla Camera, la quale ne prende atto senza dibattito ne' votazione”. L'attività del Giurì può anche espletarsi con audizioni. L'organismo è presieduto da un deputato appartenente ad un gruppo 'terzo' rispetto alle parti.

Schlein federatrice? Sì delle correnti del Pd

“Se Schlein può essere federatrice? Mi auguro lo sia, che sia una grande federatrice delle correnti del Pd. Noi al M5S non abbiamo bisogno di nessun federatore. Mi piacerebbe che il Pd, federando tutte le correnti, possa far chiarezza alla questione morale che per noi è fondamentale, ma anche sulla transizione verde, sulla politica estera”, dice ancora il leader M5S. Che ne ha anche per l’ex premier, e alla domanda sull’ipotesi che Mario Draghi arrivi ai vertici Ue risponde: “Su questo non ci pronunciamo perché noi siamo rimasti ancora all'agenda Draghi, la vorremmo leggere prima. Noi siamo all'antica, siamo ancora a quel punto lì...”.