Nel suo intervento all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha puntato i riflettori sul conflitto in Medio Oriente. La premier ha accusato Israele di aver superato il limite della proporzionalità nella sua reazione a Gaza, causando una strage tra civili e violando le norme del diritto umanitario. «Per l’Italia questa situazione è inaccettabile», ha detto, annunciando che Roma voterà a favore delle sanzioni UE contro Israele. Meloni ha aggiunto che Tel Aviv non ha il diritto di impedire la nascita di uno Stato palestinese né di proseguire nella costruzione di insediamenti in Cisgiordania. Tuttavia, ha fissato due condizioni per un eventuale riconoscimento della Palestina: la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani e l’esclusione di Hamas da qualsiasi ruolo di governo.

La premier ha esortato Israele a «uscire dalla trappola della guerra», ricordando che la pace richiede «soluzioni concrete, pazienza e ragionevolezza». Ha definito «interessanti» le proposte del presidente USA Donald Trump su Gaza, aprendo alla disponibilità dell’Italia a contribuire a un piano di cessate il fuoco e di prospettiva a due Stati. Meloni ha poi affrontato il conflitto in Ucraina, accusando la Russia di aver «deliberatamente calpestato l’articolo 2 della Carta dell’Onu», infliggendo una «ferita profonda al diritto internazionale». Secondo la premier, Mosca continua a rifiutare i negoziati di pace, alimentando una crescente instabilità globale. Ha citato i dati allarmanti: oggi nel mondo sono attivi 56 conflitti, il numero più alto dalla Seconda guerra mondiale. Un quadro che ricorda, ha aggiunto, le parole di Papa Francesco sulla «terza guerra mondiale combattuta a pezzi».

La riforma dell’Onu

Ampio spazio nel discorso è stato dedicato alla riforma delle Nazioni Unite. «Il Palazzo di Vetro deve diventare una vera Casa di Vetro», ha dichiarato Meloni, denunciando un’architettura istituzionale «non più all’altezza delle sfide odierne». Secondo la premier, senza una riforma profonda «multilateralismo e dialogo restano parole vuote». Le priorità: rapidità d’azione, efficienza, trasparenza e meno burocrazia. Meloni ha chiesto anche l’aggiornamento delle convenzioni su migrazione e diritto d’asilo, definite «inadeguate» ai tempi moderni. Ha lanciato un appello alla comunità internazionale per unire gli sforzi contro i trafficanti di esseri umani, «che non possono essere tutelati nel nome di presunti diritti civili».

Infine, la premier ha affrontato il tema ambientale con parole dure contro quello che ha definito «fanatismo verde». Secondo Meloni, le politiche climatiche ideologiche hanno «quasi distrutto il settore automobilistico in Europa», riducendo competitività e posti di lavoro senza apportare benefici significativi al pianeta. Ha chiarito che non si tratta di negare il cambiamento climatico, ma di promuovere un approccio basato sulla neutralità tecnologica e su riforme graduali, evitando estremismi dannosi per cittadini e imprese.