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La riforma del reato di concorso esterno non è in questo momento una priorità del Governo. L'alt al ministro della Giustizia Carlo Nordio - dopo i distinguo messi a verbale dalla Lega negli ultimi giorni - arriva questa volta da Giorgia Meloni in persona.
La premier è a Pompei dopo aver fatto il viaggio inaugurale che collega senza cambi Roma al sito archeologico e, rispondendo ai cronisti, parla chiaro: “Comprendo benissimo sia le valutazioni che fa il ministro Nordio, sempre molto preciso, sia le critiche che possono arrivare, però mi concentrerei su altre priorità”, taglia corto Meloni. Nessuna deviazione rispetto all'impegno messo dal Governo nel contrasto alla criminalità organizzata, insomma, è la linea: quella per la legalità è da sempre una battaglia di FdI.
Ecco perché la premier mercoledì sarà a Palermo, in occasione del 31esimo anniversario dell'attentato che uccise Paolo Borsellino. “Non sono mai mancata alle commemorazioni di via D'Amelio e non mancherò neanche quest'anno”, assicura Meloni. Nonostante le critiche, arrivate anche da Salvatore Borsellino e Maria Falcone dopo la possibilità di una revisione della fattispecie di reato avanzata dal Guardasigilli, e che fanno il paio anche con quelle recapitate a palazzo Chigi dai familiari delle vittime dopo la scelta di Chiara Colosimo alla guida della commissione Antimafia, la premier ci sarà: “Molti sanno perché ho cominciato a fare politica, io lo ricordo molto bene”, aggiunge sottolineando come sono state proprio le stragi di mafia del '92 a muovere la sua coscienza e dare origine al suo impegno.
A stretto giro di posta, in ogni caso, è lo stesso Nordio a riallinearsi con quanto detto dalla premier: con Meloni “siamo e siamo sempre stati in perfetta sintonia. Il problema del concorso esterno è stato da me trattato nei miei scritti di questi ultimi venti anni, è essenzialmente tecnico, e mira semmai a rafforzare la lotta contro la criminalità organizzata. Ma la sua revisione - mette nero su bianco in una nota - non fa parte del programma di governo”.
Non solo. Il Guardasigilli conferma l'impegno sul percorso di riforma: “Le ricostruzioni fantasiose e talvolta maligne su nostri ipotetici dissidi sono vani tentativi di minare la nostra risolutezza nel portare a compimento le riforme sulla giustizia, secondo il mandato ricevuti dagli elettori, e sulle quali non vacilleremo e non esiteremo”, assicura il titolare di via Arenula. Il ddl di riforma della giustizia, però, è ancora fermo al Quirinale in attesa della firma per la trasmissione alle Camere da parte di Sergio Mattarella. Abolizione dell'abuso di ufficio e depotenziamento del reato di traffico di influenze illecite, i due capitoli della riforma che sono principalmente sotto l'attenzione degli uffici giuridici del Colle. E se dal Governo, da Mantovano a Ciriani, sono arrivate aperture sulla possibilità di “migliorare in Parlamento” il testo, superando sì l'abuso di ufficio senza però abolirlo, sarebbe invece il Guardasigilli a tenere il punto, tanto che potrebbe essere necessario un incontro a tre Meloni-Nordio-Mantovano nei prossimi giorni per trovare la quadra e portare “a più miti consigli”, come spiegano dalla maggioranza, il titolare di via Arenula.
Intanto le opposizioni partono all'attacco: “Meloni scarica il suo ministro Nordio sul concorso esterno. Sorge allora spontanea una domanda: quali sono le sue priorità nella lotta alle mafie e corruzione? Ancora non le abbiamo capite. Per ora abbiamo solo assistito a interventi tesi a indebolire tanti strumenti utili ed indispensabili per le indagini contro le mafie, partendo dalle intercettazioni, dall'eliminazione del reato di abuso di ufficio e traffico di influenza e dalla poca attenzione nei confronti dei testimoni di giustizia e dei collaboratori di giustizia”, punta il dito Vincenza Rando, responsabile legalità della segreteria Pd. “L'esecutivo di Giorgia Meloni intende rimpinguare le tasche degli italiani con l'abolizione dell'abuso d'ufficio, che lascerebbe i cittadini scoperti di fronte ai soprusi che subiscono, con lo svuotamento del traffico di influenze illecite e attaccando pilastri della lotta alle mafie come il concorso esterno in associazione mafiosa”, le fa eco il vicepresidente M5S Michele Gubitosa.
“Sono double face, cambiano faccia e posizione ogni giorno a seconda della convenienza e circostanza - attacca dall'alleanza verdi-sinistra Angelo Bonelli -. Tutto ciò accade a tre giorni dall'anniversario della strage via D'Amelio che uccise Borsellino e la sua scorta. Borsellino e Falcone che applicarono con successo il reato di concorso esterno. Ora Giorgia Meloni pensa di poter andare all'anniversario su Borsellino senza problemi. Ma chi combatte contro la mafia non ha la memoria corta”.