Sarà un Primo maggio diverso dai soliti. Da una parte il Consiglio dei ministri che si riunisce per varare il decreto lavoro, dall’altra Cgil, Cisl e Uil in piazza a Potenza. Stasera la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha convocato i sindacati a Palazzo Chigi per illustrare il provvedimento. Un incontro preceduto da aspre polemiche che ha visto il segretario della Cgil attaccare il governo: «Agli incontri ci andiamo», ma «è chiaro che essere convocati la domenica sera per un provvedimento che hanno già deciso e faranno il lunedì mattina non è quello che chiediamo».

Ma Meloni nell’incontro ha chiarito: «Nei provvedimenti di domani ci sono anche norme significative in tema di sicurezza sul lavoro, anche questo è un bel modo di celebrare il Primo Maggio». E per ritornare sulle critiche che le sono state rivolte ha aggiunto: «Non è una mancanza di rispetto un Cdm il primo maggio per tagliare il costo del lavoro. È un segnale e mi sarei aspettata un “bravi”. Era un modo per dire “ci siamo e ci siamo tutti”, una mano tesa, un tentativo di dialogare e di lavorare insieme, perché sul taglio del cuneo fiscale credo che siamo d’accordo». «Il Cdm di domani – ha detto la premier - prenderà provvedimenti utili per il mondo del lavoro, che variamo in un giorno simbolico e sui quali riteniamo utile un confronto preventivo con le organizzazioni sindacali. Non è un appuntamento una tantum ma un ulteriore segnale del fatto che il governo ritiene il confronto con le parti sociali molto importante, in un momento particolare in cui abbiamo tante sfide da affrontare per la nostra Nazione. D’altro canto vi sono anche buone notizie, per esempio il fatto che gli hedge fund hanno smesso di scommettere contro l’Italia. L’incontro di oggi quindi non è esaustivo rispetto al nostro dialogo, anche perché l’iter del provvedimento che approveremo domani sarà abbastanza lungo». «Quindi - ha aggiunto - serve un dialogo serio, costruttivo, sia sul lavoro sia su tutte le materie che affronteremo: Pnrr, RepowerEU, correzioni su come spendere le risorse, politica salariale e conseguente lotta all’inflazione, riforme, che affronteremo nelle prossime settimane».

«La priorità del governo è alleggerire la pressione fiscale sul costo del lavoro. Abbiamo approvato il Def, che ha liberato risorse che abbiamo dedicato completamente al taglio del cuneo fiscale. Avevamo già dato un segnale con la legge di bilancio, mantenendo i due punti di taglio già decisi dal precedente governo per i salari sotto i 35.000 euro e aggiungendo un ulteriore punto. Nei provvedimenti di domani ci sono anche norme significative in tema di sicurezza sul lavoro, anche questo è un bel modo di celebrare il primo maggio. Arriviamo al 6% del taglio sotto i 35.000 euro e al 7% sotto i 25.000 euro, fino alla fine dell’anno». Sulla modifica del reddito di cittadinanza, definito da Landini una follia, la presidente Meloni ha chiarito: «Procediamo alla riforma del Reddito di cittadinanza, per distinguere chi è in grado di lavorare da chi non lo è».

Ma i sindacati non fanno sconti e il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha portato con sé all’incontro una lavoratrice precaria, perché proprio il tema è al centro delle preoccupazioni dei sindacati. La donna, 36enne, precaria da sette anni, ha sottolineato di «non avere stabilità, non potere programmare nulla della mia vita, non ho la possibilità di pianificare, di costruire una famiglia». E dopo la replica di Meloni, Bombardieri ha chiosato: «È ancora possibile criticare il presidente del Consiglio o dobbiamo fare la valigia?». Arrivando all’incontro, lo stesso Bombardieri ha aggiunto: «Il governo per sei mesi non ha parlato di lavoro e ne parla il primo maggio, ed è chiaro che è un’operazione per controbilanciare il lavoro di Cgil, Cisl e Uil: volete scommettere che domani in contemporanea ci sarà la conferenza stampa del governo con i comizi dei tre segretari generali?».

Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra ha dichiarato: «Il governo ha confermato che tutto ciò che arriva dal Def, i 3,4 miliardi, vanno interamente a tagliare ulteriormente il cuneo contributivo. Abbiamo detto che questo intervento va rafforzato con ulteriori norme legislative e reso strutturale».

E Landini ha aggiunto: «Noi abbiamo ribadito la nostra posizione. Queste sono le cose che ribadiremo anche nella giornata di domani e rimangono totalmente tutte in campo le iniziative e le ragioni che ci hanno portato a indire le giornate di mobilitazione il 6 a Bologna, il 13 a Milano e il 20 a Napoli perchè c’è bisogno di un cambiamento vero della politica di questo governo a partire anche da una vera riforma fiscale e da un vero intervento sulla salute e la sicurezza».

Sul Consiglio dei ministri di domani la segretaria del Pd, Elly Schlein, parla di «provocazione». «Dovrebbe chiamarsi ’precarietà e poverta» perchè è un decreto che comunque aumenta la precarietà, sceglie di estendere il ricorso ai contratti a termine. Vorrei che venissero proprio in mezzo ai giovani che fanno i conti con contratti che durano pochi mesi e non sanno se ce li avranno il giorno dopo, spesso sottopagati, sfruttati senza prospettive di futuro». 

Mentre per Benedetto Della Vedova di Più Europa un decreto sul lavoro il primo maggio è «propaganda, anche perché non ci sono risorse importanti e le idee non sono chiarissime. Bisogna invece insistere sulle riforme e gli investimenti del Pnrr, per dare più produttività all’economia italiana, garantire crescita, occupazione e salari e stipendi più alti».

Il deputato e vicepresidente del M5S Riccardo Ricciardi sottolinea: «Altro che decreto Lavoro: quello che andrà domani in Cdm è il decreto Precariato. Un provvedimento con cui il Governo smantella Rdc e decreto Dignità, mettendo a rischio il futuro di migliaia di famiglie in difficoltà e pregiudicando quello dei giovani, che insieme alle donne sono i più colpiti dall’instabilità lavorativa. Da agosto, oltre 200mila nuclei resteranno privi di quella rete di protezione sociale che durante la pandemia è stata fondamentale per la tenuta sociale del Paese. Altresì, con la liberalizzazione dei contratti a termine e con la dilatazione dell’uso dei voucher si imbocca una strada pericolosa, contravvenendo alle indicazioni del Presidente Mattarella secondo cui ’la precarietà stride con la crescita».