A poche ore dalla festa del primo maggio e dal Consiglio dei ministri convocato proprio lunedì per approvare il “decreto lavoro”, a farsi sentire è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha anticipato le festività nel distretto meccatronico di Reggio Emilia.

«È il lavoro che ci mette di fronte alle sfide nuove, alle necessità e a bisogni emergenti, per chiederci come rilanciare il Paese in Europa e nel mondo – ha detto Mattarella –  Il lavoro è stato lo strumento che ha permesso e favorito la mobilità sociale. Il lavoro è stato ed è misura del contributo ai doveri inderogabili di solidarietà tracciati dalla Costituzione. Il lavoro è ciò che mette ogni cittadino nella condizione di scegliere il proprio posto nella vita della comunità». 

Secondo il capo dello Stato «un nuovo mondo del lavoro si affaccia e si affianca a quello esistente e dobbiamo saper inverare i principi costituzionali nei nuovi modelli produttivi con eguale saldezza», anche perché «se siamo usciti a testa alta dalla pandemia, e dalle più pesanti conseguenze sociali dovute al prolungato rallentamento delle attività, lo dobbiamo anche alla forza della nostra industria manifatturiera, e dentro di essa, alle aziende più innovative e protese sui mercati internazionali». 

Un passaggio in particolare è stato dedicato dall’inquilino del Quirinale al Pnrr, in un momento di delicato dialogo con l’Ue per la rimodulazione di alcuni progetti. Un piano da portare a termine, ha scandito Mattarella, per l’«ineguagliabile opportunità che offre per ridurre e colmare ritardi strutturali, sostenere strategie di crescita e favorire, con l’innovazione, più diffuse opportunità». 

Il capo dello Stato ha poi parlato delle lavoratrici, «che debbono avere gli stessi diritti dei lavoratori», dello sfruttamento del lavoro minorile come «piaga presente» e degli infortuni sul lavoro, definiti «un costo umano inaccettabile». 

Per poi concludere con un augurio. «Buona festa del lavoro a chi il lavoro ce l’ha, a chi lo crea e a chi lo difende, ai Cavalieri e ai Maestri del lavoro – ha detto Mattarella – A quanti non hanno lavoro e lo cercano, ai giovani che si vanno formando, alle donne, nella realizzazione professionale, ai diversamente abili che, nel lavoro, affermano la loro dignità di persone, a quanti hanno concluso la loro esperienza lavorativa, partecipando al progresso dell’Italia. Auguro una giornata serena e festosa ai giovani al Concertone di piazza San Giovanni a Roma. La musica sottolinea anche la connessione di speranza tra le parole “lavoro” e “pace”. Viva il lavoro. Viva il Primo maggio.Viva la Costituzione».