È piazza della Scala il teatro della manifestazione milanese “Giù le mani dai nostri figli e dalle nostre figlie” organizzata dall’associazione Famiglie arcobaleno, dai Sentinelli e dall’Arcigay per protestare contro lo stop imposto al Comune di Milano alle registrazioni dei figli delle coppie omogenitoriali.

In piazza palloncini fucsia, bandiere arcobaleno e quelle di Più Europa e Radicali italiani, e tra i leader di partito, ecco la neosegretaria del Pd, Elly Schlein, accolta da applausi e grida: «Elly, Elly». 

«Ci stiamo già muovendo e c’è qui anche Alessandro Zan per portare avanti anche in Parlamento le aspettative che sono emerse dalla piazza – ha detto la leader dem – Cioè di poter vedere riconosciuto per legge il diritto delle coppie omogenitoriali». 

La legge, ha aggiunto la segretaria del Pd, «è stata preparata e scritta insieme alle associazioni, alle famiglie arcobaleno e alla rete Lenford: saremo al loro fianco come in piazza anche in Parlamento». 

Oggi, ha concluso, «è stata una giornata di bellissima partecipazione qui in piazza della Scala, dove molte persone e molte famiglie rivendicano i loro diritti negati. Noi siamo al loro fianco per contrastare ogni forma di discriminazione che colpisce i loro figli».

Tra i politici in piazza anche il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, l’ex sindaco di Torino, Chiara Appendino e il parlamentare di Più Europa, Benedetto Della Vedova. Presenti anche l’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti e l’assessore milanese Pierfrancesco Majorino. 

La manifestazione si è aperta sulle note di bella Ciao e a condurre la manifestazione è l’attivista ed ex parlamentare Vladimir Luxuria. Assente il leader M5S Giuseppe Conte, che ha scritto un messaggio su Fb. 

«Non scarichiamo sui piccoli il furore ideologico dei grandi – ha spiegato – Il Movimento 5 Stelle non permetterà che ricadano sui figli di coppie omogenitoriali le discriminazioni di segno reazionario volute da questo governo». Per poi aggiungere che «la trascrizione da parte delle Autorità comunali, a partire dalla nostra Chiara Appendino, che è stata capofila quando era sindaca a Torino, non ha nulla a che vedere con la legittimazione della maternità surrogata, ma è un atto di riconoscimento e di tutela dei diritti fondamentali dei minori».