“Dalle bombe alle canzoni. Anche il dolore fa spettacolo”. La notizia, come da manuale, sta nel titolo e dunque si intuisce facilmente quale sia il focus del pezzo di Torquato Cardilli che apre il Blog del Garante del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo: in sostanza, un attacco a Volodymyr Zelensky e ai suoi alleati occidentali, ma anche a Bruno Vespa fresco di intervista al Presidente ucraino.

“Dimentico dei sacrifici del popolo ucraino, da consumato attore di cabaret, Zelensky ha da ultimo partecipato in video alla serata di gala di Los Angeles per il Grammy Awards 2022, al convegno di Davos a cui ha inviato la sua first lady per perorare aiuto dalla crema finanziaria e speculatrice mondiale ed ha chiesto di apparire sul palcoscenico dell'Ariston, durante il festival di Sanremo, grazie alla mediazione con Amadeus condotta da Vespa che lo ha intervistato. Puro spettacolo!”, scrive nella sua analisi l'ex ambasciatore italiano in Arabia Saudita, abituale “contributor” del Blog.

“Forse - riprende - bisognerebbe consigliargli di cominciare un rosario di scongiuri vista la fine che hanno fatto Capi di Stato che hanno concesso altrettante analoghe interviste in passato: Saddam Hussein, Gheddafi”. Quanto al cuore della contesa militare e geopolitica, il testo che ha l'onore dell'apertura del Blog del Garante M5s domanda “gli Usa, la Nato, l'Ue, il governo italiano cosa vogliono ottenere? Forse il crollo di Putin con la 'debellatio' della Russia in una lotta di tutti contro di lui? Lo capiscono o no - incalza - che se il loro nemico numero uno fosse veramente ridotto alle strette, con le spalle al muro, prima di cedere, non esiterebbe a raccogliere la sfida dell'Ucraina, che si considera già a tutti gli effetti integrata nella Nato, e quella dell'alleanza occidentale che promette guerra infinita, allargando il raggio dei bombardamenti alla cieca ai Paesi europei?”.

“Proclamando ai quattro venti che vogliono punire una volta per tutte la Russia, i politici occidentali si comportano da incoscienti: continuano ad insistere nell'inviare nuove armi super tecnologiche che allontanano la pace e non evitano ulteriori distruzioni, lasciano spazio alle caste militari a scapito della diplomazia, nascondono che l'industria bellica gestita da veri e propri seminatori di morte è un maiale all'ingrasso e consentono libertà di manovra a Erdogan di ergersi a regista della politica di mediazione”, si legge ancora.

Servirebbe un esame di coscienza, e a questo invito non sfugge Zelensky: “Ma come si fa a dare fiducia e credito a un Capo di Stato che da un anno, collegato dal suo bunker, partecipa ad ogni consesso internazionale” e “assiste impassibile alla distruzione del suo paese, alla morte di una generazione di giovani?”, si chiede l'autore ricordando che Zelensky “da consumato attore di cabaret” ha preso parte anche ai Grammy Awards, al convegno di Davos e ha chiesto di apparire al festival di Sanremo: “puro spettacolo”, dice Cardilli. Che ribadisce: “Possibile che i governi e i parlamenti occidentali votino per la continuazione della guerra facendo passare l'idea che con quel voto rendono più vicina la pace?”.