“Una sanzione amministrativa consistente nel pagamento di una somma da 5.000 euro a 100.000 euro”. E' quanto rischierà - secondo una proposta di legge presentata a Montecitorio dall'esponente di Fratelli d’Italia Rampelli, con la firma di una ventina di deputati del suo partito - chi continuerà a macchiarsi di “forestierismo” linguistico, ovvero ad utilizzare termini non della lingua italiana innanzitutto nella pubblica amministrazione.

Il vicepresidente della Camera da tempo porta avanti la battaglia contro l'utilizzo di termini stranieri. Fdi ha anche presentato a novembre un ddl a palazzo Madama (firmatario il senatore Menia) per "costituzionalizzare” l'italiano come la lingua ufficiale della Repubblica. Lo stesso Rampelli aveva annunciato qualche mese fa l'intenzione di affiancare alla proposta di legge costituzionale una ordinaria che per obbligare tutte le amministrazioni partecipate dallo Stato a utilizzare l'italiano. Anche nelle scorse legislature l'esponente di Fratelli d'Italia aveva presentato dei testi per salvaguardare la lingua italiana e istituire un “Consiglio superiore” contro l'abuso di lingue straniere.

“Pensavamo di averne viste già molte di proposte sconclusionate e al limite del ridicolo da parte di questa maggioranza, ma quella che giunge con apposito disegno di legge da parte del vicepresidente della Camera Rampelli le batte tutte. L'alfiere di Fratelli d'Italia porta in Parlamento una crociata contro i 'forestierismi', prevedendo sanzioni da 5.000 a 100.000 euro per chi dovesse violare l'italico idioma. Peccato che sia proprio il suo governo ad aver istituito il ministero del 'made in Italy'. Rampelli denuncerò il collega di partito Urso che è a capo di un siffatto ministero, tanto incline al forestierismo perfino nel suo nome?”, affermano in una nota gli esponenti del Movimento cinque stelle in commissione cultura alla Camera e al Senato. 

“Oggi è in corso uno scontro titanico per la palma della presa di posizione più cretina tra Ignazio La Russa e Rampelli”, scrive il leader di Azione Carlo Calenda su Twitter. “Un'iniziativa che rasenta il ridicolo, ma che purtroppo ci fa precipitare nella triste realtà in cui questa destra sta spingendo passo dopo passo il Paese. Anzi, la 'Nazione' come ama chiamare l'Italia la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, richiamando il termine in voga nel Ventennio. Questa è la destra con cui abbiamo a che fare, quella del decreto Rave, del carcere per i bambini delle mamme detenute, che distingue i figli in quelli di serie a e b, che a Cutro si gira dall'altra parte. E che pensa che è sufficiente inventarsi nuove sanzioni per risolvere ogni questione. Li aspettiamo in Parlamento, dove faremo un'opposizione senza sconti”, commenta la capogruppo del Partito Democratico in commissione Cultura alla Camera, Irene Manzi.