PHOTO
«Un vero e proprio attacco alla democrazia». Così il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha descritto la precettazione del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che ha «messo in discussione il diritto allo sciopero». Per poi attaccare il governo. «Se ci vuole ascoltare allora cambi idea, smetta di fare cavolate e ritiri la precettazione e finalmente apra la trattativa anche con noi che stiamo facendo proposte per migliorare questo proposito paese - ha scandito Landini - Se pensa di non ascoltarci, noi continueremo fino a che non otterremo risultati».
Dello stesso avviso il segretario Uil Pierpaolo Bombardieri, che si è rivolto direttamente al leader della Lega. «Salvini guarda questa piazza, studiala bene e porta rispetto a chi sta qui che paga una giornata di lavoro», ha detto dal palco. La risposta è arrivata prima da una nota del Carroccio, per la quale le «poche adesioni allo sciopero, e in particolare nel settore trasporti» rappresentando «uno schiaffo per Maurizio Landini» e «un successo del Vicepremier e Ministro Matteo Salvini che ha tutelato il diritto alla mobilitazione di una esigua minoranza senza danneggiare milioni di italiani», e poi dallo stesso segretario. «Mentre una parte di sindacati (di sinistra) trova utile scioperare insultando, opponendosi pregiudizialmente al governo anziché discutere le questioni nel merito, i numeri (con poche adesioni, soprattutto nel settore dei trasporti) ci dicono che, grazie al nostro intervento, milioni di italiani hanno potuto viaggiare, lavorare, prendersi cura della propria salute e di quella dei propri cari senza disagi - ha scritto Salvini su twitter - Il pragmatismo che gli italiani si aspettano da istituzioni serie».
Sulla vicenda si è espressa anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, da Zagabriam, rispondendo alle accuse di «bullismo istituzionale», lanciate dai sindacati. «Non so cosa si intenda per bullismo istituzionale, come sapete c'è stato il pronunciamento di una autorità indipendente, che semplicemente segnalava al sindacato che non c'erano i requisiti per uno sciopero generale - ha detto Meloni - Non è qualcosa che ho deciso io e il governo sulla vicenda ha un ruolo marginale».
L’inquilina di palazzo Chigi ha poi precisato di avere «grande rispetto per i diritti dei lavoratori e per gli scioperi» ma ha rimarcato che «lo sciopero generale è stato lanciato contro la manovra praticamente in estate, quando io neanche avevo cominciato a pensarla». Per poi commentare i “toni di sfida” di Salvini verso Cgil e Uil. «Non so cosa si intende per toni di sfida, sono d'accordo sul tema della precettazione, perché, come ho già detto, era dovuto da parte nostra a seguito del pronunciamento del Garante».
In piazza con i sindacati anche esponenti del Pd e del Movimento 5 Stelle, ma non dei leader Elly Schlein e Giuseppe Conte.