Carlo Calenda chiede ai suoi di mantenere un “rigido silenzio stampa”. Davanti “agli insulti scomposti di Renzi, Boschi e da altri esponenti di Italia Viva”, il segretario di Azione ha chiesto a tutti i parlamentari e dirigenti del partito di non rispondere. “Abbiamo spiegato le nostre ragioni, ora basta. Lo spettacolo che stanno dando in queste ore Renzi, Boschi e i renziani di complemento è indecoroso e non dobbiamo parteciparvi”, spiega Calenda.

Nonostante questo, l'ormai ex alleato di Matteo Renzi non si sottrae a un duello, seppure a distanza con il senatore e tesoriere di Italia Viva, Francesco Bonifazi. Il tema è, ancora una volta, il progetto del Terzo Polo, ormai naufragato, e le responsabilità della rottura fra Azione e Italia Viva. In una intervista a La Stampa, il senatore e tesoriere di Italia Viva Francesco Bonifazi definisce Carlo Calenda “strutturalmente inaffidabile, ha cambiato idea come aveva fatto con Scelta Civica, con Bonino, con Letta”, aggiunge Bonifazi. E, in quanto alle parole di Calenda su Renzi - “io lavoravo al partito unico e lui era in Arabia, alle Bahamas” - Bonifazi spiega: “Renzi è stato in Aula per più del 50% dei voti, Calenda meno della metà di Renzi. Carlo è sempre in Tv e non è mai in Parlamento: ci vorrebbe un po' di pudore prima di attaccare noi su questo tema”.

A stretto giro arriva l’affondo di Calenda, su Twitter. Il leader di Azione non cita mai Bonifazi, né Renzi, ma scrive: “Nella vita professionale non ho mai ricevuto avvisi di garanzia/rinvii a giudizio/condanne pur avendo ruoli di responsabilità. Non ho accettato soldi a titolo personale da nessuno, tanto meno da dittatori e autocrati stranieri”. “Non ho preso finanziamenti per il partito da speculatori stranieri e intrallazzatori. Non ho mai incontrato un magistrato se non per ragioni di servizio. Mai sono entrato nelle lottizzazioni del Csm”, aggiunge Calenda. “Ho rotto con il PD quando ha tradito la parola alleandosi con Renzi e i 5S. Ho rotto con Letta quando ha trasformato l'agenda Draghi in quella Bonelli/Fratoianni/Di Maio. Non sono caduto nella fregatura di Renzi e Boschi sul finto partito unico”.

“In queste ore Carlo Calenda sta continuando ad attaccarmi sul piano personale, con le stesse critiche che da mesi usano i giustizialisti. Sono post e tweet tipici dei grillini, non dei liberal democratici. Tuttavia io non replico”, replica Renzi nella sua e-news. “Se sono un mostro oggi, lo ero anche sei mesi fa quando c'era bisogno del simbolo di Italia Viva per presentare le liste. Se sono un mostro oggi, lo ero anche quando ho sostenuto Calenda come leader del Terzo Polo, come sindaco di Roma, come membro del Parlamento europeo. O addirittura quando l'ho nominato viceministro, ambasciatore, ministro. Sul mio essere considerato un mostro, ho scritto un libro. Per chi vuole è qui. Le cose che ho scritto sono talmente vere che dopo un anno non ho ricevuto neanche una querela per diffamazione. Sul garantismo di chi paragona un avviso di garanzia a una condanna non ho nulla da aggiungere. Sull'arte politica di chi distrugge un progetto comune per la propria ira non ho nulla da aggiungere. Sulla serietà di chi attacca le persone per non confrontarsi sulle idee non ho nulla da aggiungere”, scrive ancora il leader di Iv. 

“Non mi fanno male gli attacchi personali. Ho la scorza dura ormai. Ho fatto tutti i passi indietro possibili. Mi dispiace tanto per chi non sa quanto è bella la politica fatta in modo diverso da così. Vi meritate una Politica con la P maiuscola, non questa settimana di follie via twitter. La politica come scambio di idee, come rispetto umano, come confronto tra progetti, come capacità di mettersi in gioco. La politica come sogno”, prosegue Renzi nella sua e-news “per chiedere scusa a tutti gli amici che credono nel riformismo e nel Terzo Polo per l'indecoroso spettacolo di questa settimana. Ho fatto di tutto per evitare di giungere a questo epilogo. Ci ho creduto ma non ci sono riuscito”.