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Dopo Matteo Salvini, è Matteo Renzi a chiedere la cancellazione o lo spostamento di avanti del coprifuoco serale per bar e ristoranti. Il leader della Lega trova così un alleato nella partita che, fino a ieri, stava conducendo da solo all’interno della maggioranza. Tanto da vedersi schiacciato dalla tenaglia costituita da Enrico Letta, da una parte, e Giuseppe Conte dall’altra. Entrambi a sollevare dubbi sulla reale volontà di Salvini di rimanere nel governo. Perché, è il ragionamento dei due, chi sta nel governo dovrebbe farlo con senso di responsabilità, senza attaccarne i provvedimenti. «Spero che Salvini resti nella coalizione» che sostiene l’esecutivo, dice Letta lasciando chiaramente la porta aperta all’ipotesi opposta. Eppure il ragionamento del leader di Italia Viva muove, prima ancora che dalla necessità di allargare le maglie del coprifuoco, da quella di non condurre battaglie contro Salvini sperando in una riproposizione del Papeete. Ovvero, nel fatto che il leader della Lega possa tirare tanto la corda da spezzarla e, alla fine, uscire dal governo. «Salvini non ci pensa affatto», dice sicuro Matteo Renzi mettendolo per iscritto nella sua Enews. Non c’è il riferimento al segretario Pd e al leader in pectore del M5s, ma è chiaro che a loro due si rivolge il senatore di Rignano sull’Arno. Renzi si guarda bene dal dire che ha ragione Salvini, preferendo indicare il presidente della Regione Emilia-Romagna: «Io la penso come Stefano Bonaccini: è ovvio che vada rivisto il coprifuoco delle 22. Lo sanno tutti e privatamente lo dicono tutti: così non ha senso. Dunque, nei prossimi giorni il coprifuoco andrà tolto o l’orario prolungato». Poi, aggiunge il riferimento a Salvini: «Regalare questa battaglia a Salvini, a mio giudizio, è un errore politico di quelle forze di maggioranza che, sognando, immaginano un Papeete2. Pensano, cioè, che - provocandolo sul coprifuoco - Salvini cada nel tranello e reagisca d’impulso, uscendo dalla maggioranza. Ma Salvini non ci pensa neppure, la lezione dell’estate 2019 gli è bastata e avanzata». Letta e Conte, tuttavia, non sono contrari alle riaperture,. Anzi, quasi in coro dicono che riaprire e tornare alla normalità è una priorità per i rispettivi partiti. La differenza la fa il modus operandi: se Renzi è imperativo nel dire che «nei prossimi giorni il coprifuoco andrà tolto o l’orario prolungato», i colleghi di governo invitano alla responsabilità e alla prudenza. Indefinitiva, ad agire guardando ai dati dei contagi, spingendo sempre di più sulla campagna vaccinale. «Ora si comincia a poi man mano che ci saranno i dati decideremo», spiega Letta che fa proprie le parole del presidente Mario Draghi sul «rischio calcolato» nel procedere alle riaperture. «Le riaperture devono essere irreversibili e in sicurezza», aggiunge il segretario dem. «Abbiamo avuto l’esempio della Sardegna che ha voluto riaprire tutto nel mese di marzo, sulla pressione di Salvini e della destra, e questa regione è l’unica completamente chiusa perché dopo tre settimane i contagi sono ripresi. Ci vuole gradualità e responsabilità». Dello stesso avviso Giuseppe Conte: Immagino che tutti i cittadini vorrebbero idealmente firmare non solo contro il coprifuoco, ma contro tutte le limitazioni e le sofferenze che questa pandemia ci sta procurando - aggiunge -. Ma forse, prima di tutto, i cittadini pretendono dai propri governanti trasparenza e correttezza. Bisogna scegliere da che parte stare: se da quella di chi soffia sul fuoco o da quella di chi si rimbocca le maniche per spegnere l’incendio». Per il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, «questo atteggiamento è un danno contro gli italiani, perché gli italiani, gli imprenditori, chi ha un bar, gli artigiani, gli imprenditori, un disoccupato, un lavoratore, hanno diritto di avere delle certezze», dice a proposito della raccolta delle firme da parte della Lega contro il coprifuoco. «Tra l’altro credo - ha aggiunto - che questo tema venga usato come un manganello per nascondere delle difficoltà interne». «Se il governo decide qualcosa - ha spiegato Zingaretti - non è pensabile che chi fa parte di questo governo raccolga le firme contro le decisioni che ha preso. Questo crea confusione ed è esattamente l’opposto di quello che serve all’Italia in questo momento».