Tanto fumo e poco arrosto, ma non è detto che qualcosa sia rimasto ancora in forno. E rischi di bruciarsi. Si può riassumere così l’incontro a palazzo Chigi tra il centrodestra di governo, da un lato, e il presidente del Consiglio, Mario Draghi, dall’altro. Il quale era accompagnato dal ministro all’Economia, Daniele Franco, che dati alla mano ha discusso punto su punto i dubbi di Lega e Forza Italia su fisco, catasto e non solo.

Il colloquio è durato circa un’ora e mezzo, e per il centrodestra erano presenti Lega, Forza Italia, Noi con l’Italia e Udc. I quali, per bocca dei leader Salvini, Tajani, Lupi e Cesa, hanno fatto sapere che «è andato bene» e che è stata messa nero su bianco il percorso da seguire sui temi fiscali per arrivare a una legge delega che accontenti tutta la maggioranza ed eviti il ricorso al voto di fiducia. Il tutto si dovrebbe ottenere grazie alla mediazione dei tecnici, che nei prossimi giorni avranno il compito di smussare il testo del governo inserendo alcune norme che vadano incontro alle richieste del centrodestra.

«L’intesa sull’eliminazione del regime duale di tassazione l’abbiamo già trovata», assicura uno dei partecipanti all’incontro di Palazzo Chigi, con riferimento al regime fiscale che prevede una sola aliquota per i redditi da capitale, da sempre avversato dalla Lega, convinta che si rischia di far crescere la tassazione sugli affitti, a partire dalle cedolari secche e su titoli di Stato.

Più complicato è il discorso sul catasto, per il quale Draghi ha ricordato ai presenti che «non si prevede nessuno stralcio». Con pronta replica delle delegazioni, secondo le quali non è mai stato chiesto uno stralcio «ma una modifica del testo che consenta di evitare ambiguità e garantisca che non ci siano nuove tasse sulla casa». Concetto, peraltro, già ribadito più volte dallo stesso Draghi.

«Abbiamo trovato un'ampia disponibilità da parte di Draghi a risolvere i problemi - ha spiegato Salvini dopo il faccia a faccia - È stata una prova di grande compattezza del centrodestra e ora spero che gli alleati momentanei di governo, come Pd e Cinque Stelle, la smettano con la provocazione quotidiana». Ma la risposta del segretario del Pd, Enrico Letta, non si è fatta attendere. «Il centrodestra che sostiene Draghi fa propaganda e va a protestare su questioni su cui Draghi ha già chiarito tutto il chiaribile - ha scritto su Twitter - Noi incontriamo sindacati e imprese perché per noi la priorità è un prossimo intervento a sostegno dei salari, contro inflazione e carovita».

E se per il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, «se si trova un accordo non serve la fiducia e «con la situazione internazionale che stiamo affrontando il governo deve continuare a lavorare», il Movimento 5 Stelle spiega di apprezzare «lo sforzo di mediazione del governo», ma al tempo stesso si riserva di «valutare il nuovo testo che uscirà dal confronto in atto».

E a proposito di sforzi, chi era presente all’incontro racconta di un Draghi «determinato ad andare avanti» che avrebbe ricordato ai partecipanti come «serva unità» perché altrimenti si alza il rischio di non arrivare a fine legislatura. Eppure, la tensione tra i partiti della maggioranza resta alta, se è vero che oltre a Letta diversi esponenti del Pd, e non solo, hanno puntato il dito contro il modo di fare del centrodestra, accusato di «fare passeggiate».

Per il sindaco di Pesaro e coordinatore dei primi cittadini dem, Matteo Ricci, Lega e Fi «fanno tanto rumore per nulla», mentre per la capogruppo alla Camera, Deborah Serracchiani, quella dei due partiti è stata «una sceneggiata». Sulla stessa lunghezza d’onda Federico Fornaro, capogruppo di Leu a Montecitorio. «La riforma del catasto inserita nella delega fiscale non comporta un automatico aumento di tasse sulla casa - spiega - La si smetta quindi di bloccare i lavori parlamentari e si porti in Aula al più presto la delega fiscale senza fiducia».

Proprio la fiducia al testo sarà la questione principale dei prossimi giorni, con Draghi tentato di chiederla e i partiti contrari. Lupi ha parlato di un presidente del Consiglio «in forma strepitosa» all’incontro con i partiti. Vedremo se lo sarà anche nel tenere a bada le fibrillazioni della sua maggioranza.