Nel giorno che ricorda le vittime del coronavirus, le Istituzioni omaggiano chi ha perso la vita e chi ha lottato contro la malattia nei giorni più duri. 

«Il 18 marzo 2020 rimane nella memoria come uno dei momenti più drammatici della storia della Repubblica –  ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – Una minaccia di livello globale, con caratteri sconosciuti, che ha colpito ogni Paese, sollecitando, anche a livello internazionale, azioni istituzionali e iniziative scientifiche di pronto intervento, attivando sistemi di tutela della salute e suscitando sentimenti di diffusa solidarietà». 

Mattarella ha voluto rinnovare «sentimenti di partecipazione al dolore dei familiari delle vittime» e nello stesso tempo esprimere «riconoscenza a quanti hanno contribuito a contenere un pericolo così grave, improvviso e pervasivo, tale da mettere a repentaglio la salute pubblica globale!. 

Secondo il capo dello Stato «l’impegno profuso nello scongiurare le conseguenze della pandemia – non ancora pienamente debellata – costituisce un patrimonio di valori fondamentali da preservare per esser in condizione di far fronte a ogni sfida di portata internazionale». 

Sulla stesa lunghezza d’onda la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per la quale «oggi l'Italia onora e rende omaggio alle vittime del Covid e si stringe ancor una volta alle loro famiglie e ai loro cari». Secondo Meloni «la Nazione ha affrontato uno dei periodi più difficili della sua storia» quando «più di tre anni fa il coronavirus è entrato nelle nostre vite e le ha sconvolte» ma «il popolo italiano non si è lasciato abbattere e ha trovato la forza di reagire». 

Per poi ringraziare chi si è prodigato in quei giorni. «Il nostro ringraziamento va a tutti i connazionali che si sono donati al prossimo con spirito di sacrificio, umanità e professionalità e hanno così permesso all'Italia di superare le fasi più acute della pandemia – prosegue la presidente del Consiglio – Penso, ad esempio, all'ammirevole abnegazione del personale sanitario, allo straordinario contributo degli enti di solidarietà sociale e al grande senso di responsabilità dei lavoratori dei servizi essenziali che hanno garantito le attività fondamentali». Non solo. 

«Oggi il nostro pensiero va anche a tutti coloro che, tra mille difficoltà, non si sono arresi all'emergenza e hanno consentito al nostro tessuto produttivo di reggere e rimanere vitale – aggiunge – L'Italia ha pagato un prezzo molto alto e il cammino per superare del tutto le conseguenze negative, dal punto di vista sanitario, sociale ed economico, della crisi pandemica non è ancora finito: la strada è però tracciata e l'Italia, ne siamo certi, sarà in grado vincere anche questa sfida». 

A Bergamo si è tenuta una cerimonia di ricordo alla presenza del ministro della Salute, Orazio Schillaci, secondo il quale i sanitari sono «eroi nel silenzio» e l’Italia si sta preparando a possibili nuove epidemie con   «un nuovo piano pandemico, vaccini e scorte», e il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha omaggiato le forze dell’ordine e gli apparati dello Stato che si sono distinti nell’emergenza.