Nell’area moderata della politica italiana, quella che cerca una casa comune da circa un ventennio senza riuscirsi, la tensione è massima. Come se non bastasse lo scontro all’arma bianca tra Matteo Renzi e Carlo Calenda, anche dentro Forza Italia continua a crescere l’incertezza per il futuro, soprattutto per le condizioni di salute di Silvio Berlusconi.

Al Sud, in particolare, i malumori e il dibattito interno sono in corso da lunghi mesi. Il progetto di autonomia differenziata di Roberto Calderoli ha provocato molte critiche, così come non è stata proprio ben digerita l’ultima riorganizzazione voluta da Berlusconi che ha spostato l’asse del partito verso un appoggio più deciso e convinto nei confronti del governo guidato da Giorgia Meloni. Un appiattimento per qualcuno che potrebbe essere preludio al partito unico o ad una confluenza in Fdi.

I parlamentari azzurri del Meridione che, anche all’ultima consultazione, hanno spinto Forza Italia a percentuali molto superiori a quelle raggiunte nel resto del Paese scrutano l’orizzonte e si interrogano sul da farsi. Il presidente della Sicilia Renato Schifani, seppure ha approvato una linea di maggiore prudenza nei confronti del governo, vuole che Fi mantenga la sua autonomia e non manca occasione per suggerire un sempre maggiore dialogo con Matteo Renzi. Anche in Calabria la linea sembra essere similare. Un drappello di primi cittadini dell’area del crotonese ha lanciato “Idea Comune”, una sorta di partito dei sindaci, che sta raggiungendo sempre maggiori adesione e ha avuto il benestare del governatore Roberto Occhiuto.

Anche in questo caso la linea è quella di mantenere un dialogo aperto e continuo con il Terzo Polo, con Matteo Renzi e con le fuoriuscite da Fi Mariastella Gelmini e Mara Carfagna che in Calabria hanno sempre avuto un cospicuo numero di sostenitori. Proprio quella Mara Carfagna che è stata indicata come possibile terzo nome per tenere insieme Azione e Italia Viva, anche se la rottura non sembra più sanabile. L’idea, soprattutto tra gli uomini di Renzi, sarebbe quella di proseguire nel progetto di costruzione di un Terzo Polo, a prescindere dai protagonisti. «Sono ancora convinto che il progetto di partito unico abbia un futuro perché non coincide con i suoi protagonisti, è una esigenza storica - ha detto ad esempio Luigi Marattin di Iv - Se con questi protagonisti il tentativo non è andato a buon fine, l'esigenza storica rimane ed è quello a cui vogliamo lavorare». E del resto Matteo Renzi, che pure prosegue nella sua scelta di un profilo basso nei confronti di Calenda, continua a chiedere “il passo del maratoneta” ai suoi per proseguire nella costruzione del progetto politico.

E così, soprattutto nelle Regioni del Sud, si guarda con attenzione alle prossime mosse sullo scacchiere che potrebbero vedere, secondo molti azzurri, Matteo Renzi raccogliere il testimone di Silvio Berlusconi e dare una nuova a casa alle truppe di parlamentari azzurri nel caso in cui Fi dovesse entrare in uno stato di crisi profonda o addirittura andare verso l’assorbimento da parte di Fdi.