«Se lo facciamo insieme io ci sono, non mi tiro indietro, costruiamo insieme questa candidatura per dimostrare che io posso diventare la segretaria del nuovo Pd. Insieme a voi voglio diventare la segretaria del nuovo Pd. Facciamolo insieme, io insieme a voi voglio diventare la segretaria del nuovo Partito democratico» con queste parole Elly Schlein ha lanciato la sua candidatura alle segreteria del Pd, nel corso dell’evento "Parte da Noi" al Monk, a Roma, accolta da cori di "Bella ciao". Elly Schlein non ha parlato dal palco, ma due sgabelli e un leggio che erano al centro della sala, con le sedie disposte in modo circolare.: «Abbiamo preferito metterci in cerchio. Vi ringrazio per essere venuti qui così numerosi. È una bella giornata, grazie, perché sono stati giorni difficili per me e avevo proprio bisogno di vedervi, di stare insieme e di mandare un abbraccio forte alla mia famiglia, a mia sorella e voglio ringraziarli per la forza che mi trasmettono».

Schlein: «Non basta cambiare il gruppo dirigente se non ritroviamo un’identità chiara»

L'ex vicepresidente della regione Emilia Romagna ha lanciato il suo "processo costituente": «Sono d’accordo con chi parla di una fase costituente che non può finire al termine di questa partita congressuale. Non basta cambiare il gruppo dirigente se non ritroviamo un’identità chiara». E annuncia: «Abbiamo pensato di iniziare questa giornata insieme con alcune testimonianze di impegno dalla base, da dentro e fuori il Pd, testimonianze di chi vuole portare avanti giustizia sociale e giustizia climatica». Prima a intervenire Giulia Pelucchi, presidente del municipio 8 di Milano. «Ha 32 anni, è del Pd e vuole un nuovo Pd», ha detto Schlein. «Nessuno mi ha mai cooptato, sono sempre stata libera - ha detto lei - le correnti escludono la partecipazione, abbiamo scritto il programma più progressista della storia ma non siamo stati credibili, perché abbiamo fatto tutto e il contrario di tutto». «Questa settimana riprenderò la tessera del Pd. Per rispetto verso questa comunità e per gettare il cuore oltre l’ostacolo e guardare al futuro». «Io mi rimetto in viaggio, per riascoltare la base, i circoli. Non siamo qua per fare una partita da resa dei conti identitaria, ma per fare il nuovo Pd.  Sono disponibile ad accettare qualsiasi esito del congresso, lavorando dal giorno dopo èper l’unità. Un grande in bocca al lupo agli altri candidati, sono tutte persone che stimo. Vogliamo tenere insieme la comunità e salvaguardare il suo pluralismo, le sue diversità, ma senza rinunciare a una identità chiara, comprensibile e coerente».

Schlein: «Venite liberi o non venire affatto»

«Nessuno può venire con l’idea di condizionare. Venite liberi o non venire affatto. Non accetteremo logiche di cooptazione». «Serve una cosa nuova, perché quello che siamo stati fino a qua non basta.  La nostra non è una sfida da leggere nella divisione fra riformismo e radicalità, c’è un campo comune: come vogliamo cambiare il modello di sviluppo neoliberista che si è rivelato insostenibile? Si nutre delle diseguaglianze e distrugge le risorse. Pssiamo dirlo o dobbiamo dire che è andato tutto bene?». Elly Schlein annuncia: «Siamo qua non per fare una nuova corrente, noi vogliamo superare le correnti. Siamo un’onda non una corrente nuova. Non ci saranno mai gli schleiniani. La mia esperienza è partita con Occupy Pd ed è partita contro i 101 che hanno voluto affossare Prodi e i tentativi di Bersani per un governo del cambiamento e l’alleanza con Vendola. Allora dicevamo che le larghe intese erano un errore, che sarebbero diventate strutturali, e guardando com’è andata forse avevamo ragione. Allora abbiamo proposto 102 idee per cambiare, l’assunto principale è ancora attuale: "Senza la base scordatevi le altezze"». Schlein ha inviato un "abbraccio" a Stefano Bonaccini, del quale è stata vice in Regione Emilia Romagna, ha ringraziato Enrico Letta «per il lavoro di questo anno e mezzo» e infine ha mandato « un forte abbraccio e un grande in bocca al lupo a un amico e un compagno di mille battaglie che è Pier Francesco Majorino... forza Pier».

Schlein a Renzi: «Ha lasciato macerie e se n’è andato a fare altro»

Poi, quasi in un botta a botta, replica a quanto Matteo Renzi ha detto all'assemblea di Italia viva: «Renzi ha lasciato macerie e se n’è andato a fare altro. Non capisco perché siano tanto interessati a dire al Pd che cosa fare. Chi sta gia ammiccando con la destra non può dirci come costituire la sinistra. Renzi sostiene di averci messo lui in Parlamento, in realtà lo hanno fatto le 53mila preferenze di chi mi chiese di partecipare. A Renzi va un altro merito, quello di avermi spinto fuori dal Pd e dalla sua gestione arrogante e incapace di fare sintesi, dopo aver calato dell’altro riforme mai votate dalla direzione e aver umiliato chiunque avesse un’idea diversa dalla sua». Elly Schlein ha poi delineato il suo programma: diseguaglianze, clima e precarietà.  «Le destre non nominano mai, è come se vivessero in un altro Paese. Come si fa a parlare di merito se non tutti hanno le stesse possibilità di partenza? Il lavoro deve essere tornare ad essere un tema centrale. Lo stiamo dicendo in tanti ma non basta dirlo, bisogna capire come migliorare le condizioni del lavoro nel nostro Paese».

Schlein: «È una manovra che premia gli evasori e punisce chi sta peggio»

Poi Schlein va all'attacco di Giorgia Meloni e della manovra. «È una manovra che premia gli evasori e punisce chi sta peggio. Si risparmia su poveri tagliando il rdc che ha impedito a 1 mln di persone di finire sotto la soglia di povertà. Come si fa a parlare in astratto di occupabilità con i livelli di disoccupazione che abbiamo e 3 milioni di lavori poveri. Vogliamo un Paese in cui lavoro e poveri non stiano nella stessa frase». E sulla premier dice: «Parte da noi, dall’impegno che ci metteremo. Una storia nuova che possa costruire l’alternativa che merita questo Paese. Il governo di Giorgia Meloni si è insediato da pochi e ha mostrato il volto della peggiore ideologia di destra di questo Paese. Non tutte le leader femminili sono leadership femministe. Non ce ne facciamo nulla di una leader donna che non aiuta le altre donne e non ne difende i diritti a prescindere da quelli sul proprio corpo. E fa cassa su opzione danno discriminando chi non ha figli. Questo Paese fa fatica a pensare che una donna possa farsi strada senza essere strumento di altri, dimostreremo il contrario. Ai candidati uomini non si va a vedere chi ci sta dietro. Serve una legge sui caregiver, dobbiamo restituire tempo e professionalità alle donne». Ed ancora dice: «Dobbiamo difendere la sanità pubblica dagli attacchi di chi vuole tagliare e privatizzare». Mentre sul disegno di Calderoli di autonomia differenziata dice: «Va rigettato con forza. È un modello che cristallizza le diseguaglianze, che affonda le sue radici nella secessione. Non possono esserci compromessi. Il Paese va ricucito, non diviso ulteriormente». Lancia poi un'ulteriore provocazione: «Dobbiamo cambiare la legge elettorale ma finché c’è questa servono le primarie per eleggere i parlamentari».