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Pd, M5s e Avs non hanno intenzione di retrocedere sulla battaglia contro il ddl Valditara sull’educazione sessuo-affettiva nelle scuole e, tanto più dopo dopo la bagarre scoppiata in Aula alla Camera tra le opposizioni e il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che dopo il suo intervento ha lasciato Montecitorio.
Si stavano votando gli emendamenti al provvedimento, quando l’esponente dell’esecutivo ha preso la parola. «Ritengo che molte affermazioni fatte dall'opposizione non corrispondano a verità. Sono indignato che voi abbiate detto che questa legge impedisce la lotta contro i femminicidi e che scoraggia la lotta alla violenza di genere. Voi lo avete affermato, vergognatevi, tutto questo non c’è in questa legge», ha sottolineato Valditara rivolgendosi ai banchi delle minoranze. Che hanno subito protestato per le sue parole.
Il Pd ha bollato quello del ministro come una «comizio arrogante», che «offende il Parlamento con parole inappropriate», per le quali i deputati si aspettano delle scuse. «Si è creata una frattura tra Parlamento e governo che non ci permette di andare avanti a votare questo provvedimento. Per questo chiediamo la convocazione di una capigruppo per riorganizzare i lavori», ha detto in aula l’esponente dem Simona Bonafè. «Quello che è successo è grave», ha aggiunto Bonafè riferendosi all’intervento del ministro. Alla richiesta del Pd si sono associati Avs con Marco Grimaldi e Andrea Quartini, M5s: «Non ci sono più le condizioni per discutere di questo provvedimento, io suggerire di ritirarlo», ha detto Quartini.
Le opposizioni dunque sono pronte a mettere in atto un duro ostruzionismo per impedire il prosieguo dell'esame del provvedimento sul consenso informato. L’obiettivo è arrivare allo slittamento del via libera. E, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari di maggioranza, il ddl sarebbe destinato proprio a subire un rinvio a dicembre. Stessa sorte, tuttavia, che dovrebbero subire anche le mozioni sulla libertà di stampa.
«Il primo a ritenere che il dibattito debba essere svelenito da polemiche, toni accesi, toni forti e voglio subito chiarire che le mie affermazioni non avevano carattere personale, erano però affermazioni politiche e probabilmente avreste detto anche voi le stesse parole a parti rovesciate», è la “replica” di Valditara. Il ministro ha precisato che «la lotta ai femminicidi ci vede dalla stessa parte per combattere, sradicare un fenomeno che è ignobile e inaccettabile. Da questo punto di vista contestualizziamo le mie affermazioni che non erano rivolte a nessuno di voi in particolare, ma che erano contestazioni di natura politica. Spiace se qualcuno di voi è sentito offeso. Credo che questo possa in qualche modo chiarire il senso della mia affermazioni. Vi chiedo scusa ma ho un appuntamento istituzionale in Puglia», ha chiosato Valditara lasciando l’aula e sollevando nuove proteste delle opposizioni.


