«Questa domanda mi viene fatta almeno una volta ogni ora. Me la fate sempre». Il presidente del Consiglio Mario Draghi quasi si spazientisce quando, per lennesima volta, i cronisti gli chiedono di un suo eventuale trasloco al Quirinale. «La risposta è sempre la stessa», dice il premier. «Primo, è abbastanza offensivo nei confronti del Presidente della Repubblica in carica cominciare a pensare in questo modo. E poi io non sono la persona giusta a cui fare questa domanda». Perché la scelta spetta ad altri. «È il Parlamento che decide sullorizzonte, la vita e lefficacia di questo governo», spiega Draghi in conferenza stampa. Poi però aggiunge: «Certo, se il governo diventasse non efficace, perderebbe la sua ragione di esistere». Una precisazione che suona come un monito ai partiti che sostengono la sua maggioranza, in fibrillazione da settimane, soprattutto sul versante leghista.Allorizzonte, infatti, comincia ad addensarsi qualche nube, al momento provocata dalla campagna elettorale per le Amministrative. Ma sarà il conteggio dei voti reali, e leventuale calo di alcune delle forze di governo, a chiarire se si tratta di un temporale passeggero o di un nubifragio. Mario Draghi lo sa perfettamente e mette i leader politici sullattenti. Perché in caso di crisi di governo lunica alternativa resteranno le elezioni anticipate, una prospettiva che non esntusiasma esattamente tutti i protagonisti in campo. Il premier, eventualmente, si trasferirebbe sul Colle più alto del Paese per continuare a guidare il processo di riforme, ma per alcuni leader potrebbe scattare direttamente lo sfratto.