Dopo lo stop imposto al Comune di Milano sulla registrazione dei figli nati da coppie omogenitoriali, la commissione Politiche europee del Senato ha bocciato la proposta di regolamento Ue in materia di filiazione e per la creazione di un certificato europeo di filiazione. Con 11 voti favorevoli e 7 contrari è stata approvata la risoluzione presentata dalla maggioranza: hanno votato a favore della risoluzione Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, contrari Pd, M5s e Iv.

«Alcune disposizioni contenute nella proposta, e in particolare l'obbligo di riconoscimento (e di conseguente trascrizione) di una decisione giudiziaria o di un atto pubblico, emessi da un altro Stato membro, che attestano la filiazione, e l'obbligo di riconoscimento del certificato europeo di filiazione - si legge nel documento approvato - non rispettano i principi di sussidiarietà e di proporzionalità». Per la maggioranza, inoltre, la proposta di regolamento metterebbe in discussione le sentenze della Corte di Cassazione sulla maternità surrogata.

La Commissione esaminava oggi la proposta di Regolamento europeo del Consiglio relativo alla competenza, alla legge applicabile e al riconoscimento delle decisioni e all'accettazione degli atti pubblici in materia di filiazione e alla creazione di un certificato europeo di filiazione. Le opposizioni avevano presentato tre mozioni (una del M5s, una del Pd e del Terzo polo) per opporsi alla risoluzione di maggioranza e avevano chiesto di rinviarne il voto a domani. Ma la richiesta che non è stata accolta.

«No alla maternità surrogata e all'utero in affitto. La risoluzione votata oggi in commissione Politiche Europee al Senato ribadisce la nostra netta contrarietà a queste pratiche inaccettabili», spiegano i senatori FI Maurizio Gasparri e Pierantonio Zanettin. «Su una materia così delicata - proseguono - va adottato il principio di massima cautela. Solo l' ampio divieto di ricorrere alla maternità surrogata è in grado di evitare lo sfruttamento delle condizioni di fragilità delle donne. L'utero in affitto risulta lesivo della dignità della gestante, ma anche dello stesso bambino». 

«Il Senato ha appena bocciato il Regolamento Ue che chiede il riconoscimento dei diritti dei figli anche delle coppie dello stesso sesso in tutti i Paesi membri», denuncia su Twitter il deputato Pd Alessandro Zan, della commissione Giustizia della Camera. «Si trattava - spiega - di riconoscere uguaglianza e civiltà. Ormai siamo alla destra ungherese». «La maggioranza bocciando la proposta di regolamento Ue sul certificato di filiazione si è assunta la responsabilità di far sedere l'Italia con Polonia e Ungheria», commenta Simona Malpezzi, Presidente dei senatori del Pd. «Un attacco ai diritti dei minori inaudito. La destra con una forzatura inaccettabile e agitando un falso problema, vota contro un regolamento che aiuta tutti i bambini, mettendo al centro, come abbiamo ribadito più volte l'interesse del minore. Per noi è prioritario, per loro evidentemente no. Il regolamento non tocca le normative dei singoli Stati: non siamo chiamati a rivedere le nostre leggi, ma siamo chiamati a dare regole comuni su come rapportarsi con minori non nati in Italia da famiglie non residenti in Italia, che nei loro paesi hanno il riconoscimento dello status di figlio e che si possono trovare qui da noi temporaneamente. Oggi la maggioranza, con una decisione propagandistica fatta sulla pelle dei minori, ha deciso di suddividere i bambini tra serie A e B». Per la capogruppo del M5S, Barbara Floridia «la risoluzione della destra ci porta dritti dritti verso una Visegrad dei diritti. Un Paese con la storia dell'Italia non può permetterselo, tanto più se si parla di diritti dei bambini».