“Doverose le mie dimissioni”. Si limita a rispondere così Claudio Anastasio, presidente della società pubblica 3-I che gestisce i sistemi software di Inps, Inail e Inps, che ha lasciato oggi l’incarico sull’onda delle polemiche per una sua mail inviata ai componenti del Cda.

«Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l'arco di Tito? Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di Voi, ed al cospetto di tutto il governo italiano, che assumo (io solo!) la responsabilità di 3-I (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se 3-I è stata una mia colpa, a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l'ho alimentato nel mio ruolo», è il testo della mail rivelata da Repubblica: una citazione esplicita del discorso tenuto alla Camera da Benito Mussolini il 3 gennaio del 1925, con cui il capo del fascismo rivendicava la responsabilità politica del delitto Matteotti.

Una messaggio «vomitevole» per il deputato democratico Claudio Mancini, che questa mattina ha chiesto l’immediata revoca della nomina di Anastasio alla guida della società pubblica. “Il governo spieghi in Parlamento perché è stato nominato e quali interessi muovono una lettera di minacce così esplicita ai componenti del Cda”, incalza Mancini. “Questa è la cifra della classe dirigente scelta dalla destra. È una vergogna”, commenta su Twitter la senatrice del Partito democratico, Simona Malpezzi. 

“Le dimissioni erano più che doverose – afferma la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del Movimento 5 Stelle a Palazzo Madama –. Purtroppo siamo di fronte all’ennesima pezza messa sugli enormi buchi fatti dal governo Meloni. Le nomine ai vertici delle società partecipate sono un aspetto importante della vita pubblica italiana. Quali sono i riferimenti culturali dei dirigenti che il governo sta piazzando in organismi chiave del Paese? A quale modello sociale e istituzionale guardano? Sarebbe un errore derubricare questa vicenda ad episodio singolo, purtroppo è una matrice che si replica”. “Più che doverose le dimissioni” anche per il neosegretario di +Europa, Riccardo Magi. Che scrive: “Ci rendiamo conto del livello di classe dirigente che questo governo offre al paese?”. “Anche i fascisti non sono più quelli di una volta. La miserrima vicenda di un piccolo uomo, amico dei post fascisti e per questo nominato alla guida di una importante società pubblica dalla ducessa Meloni, il quale non trova nulla di meglio che citare l’infame discorso dell’assassino Mussolini per il delitto di Matteotti, si conclude con la mesta remissione delle dimissioni”, commenta su Facebook l’esponente del Pd ed ex presidente della Toscana Enrico Rossi. “I post fascisti non sono davvero all'altezza dei loro nonni. Sono molto molto più vili. E questo è un bene per noi e la Repubblica democratica”, conclude Enrico Rossi.