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I centri di permanenza per i rimpatri dei migranti irregolari “vanno chiusi e basta”. Sono “incostituzionali”, “peggiori del carcere” e nelle loro “gabbie” si aggira il “dottor Pasticca, vengono somministrati ai presenti degli psicofarmaci che li riducono in uno stato di semi incoscienza”.
In una conferenza stampa nata dall’inchiesta condotta da Altra Economia, Riccardo Magi, segretario di +Europa - che annuncia un’interpellanza urgente al ministro dell'Interno Piantedosi - e la senatrice Avs Ilaria Cucchi non usano mezzi termini. “Quando si dice che questi luoghi sono peggiori del carcere è perché non si riesce a spiegare, a chi non li ha visti, che questi sono luoghi concepiti con l’unico scopo di afflizione e annientamento della persona”, dice Magi che ha visitato il Cpr di Gradisca di Isonzo dopo la morte di un ragazzo georgiano. “Sono gabbie non pensate per la vita delle persone”, aggiunge manifestando la sorpresa di trovarsi di fronte a molti dei “reclusi in stato di semiincoscienza”.
Il ragazzo del centro, certificò l'autopsia, è morto “per un cocktail di farmaci e stupefacenti”, dice ancora Magi. “Che vi sia un uso smodato di psicofarmaci è una cosa detta e chiunque di chi ci va può constatarlo. Né mi risulta che vi sia un consenso informato da chi si trova in queste strutture dello Stato”, sottolinea l’esponente radicale che chiede “una risposta immediata” dai ministri Piantedosi e Schillaci. Risposta che, si osserva, dovrebbe arrivare subito, già oggi.
“I Cpr sono luoghi crudeli e inutili perché la minima parte dei reclusi è quella effettivamente reimpatriata”, osserva ancora annunciando che proseguiranno le visite ispettive nei centri per evitare “che da 9 si arrivi a 20 strutture”. “Devono essere chiusi”, osserva. “I Cpr sono incostituzionali”, spiega Cucchi che come parlamentare ha visitato il centro di Ponte Galeria a Roma: “Definirlo una gabbia non rende l’idea”, spiega. “Sembravano zombie e storditi, ed erano pochi: 93”, ricorda Cucchi osservando che “oggi la situazione è peggio di dieci anni fa, sembra di stare allo zoo e tutto questo succede nel disinteresse totale, con violazione dei diritti e spesso con la morte”. Da qui un appello alla stampa: “Torneremo in quei posti ma con voi. Non ci volteremo mai dall’altra parte”, annuncia.