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«Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano. FdI ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni». L’attacco frontale arriva non da un leader politico del centrosinistra, bensì da Chiara Ferragni, imprenditrice e influencer più famosa d’Italia e tra le più seguite al mondo. Ferragni, che non è nuova a prendere posizioni nette sui diritti civili, così come il marito Fedez, che ha più volte polemizzato col segretario della Lega Matteo Salvini, ha rilanciato su Instagram un post del sito The Vision contestando la politica della Regione Marche sull’interruzione di gravidanza, all’indomani dell’apertura della campagna elettorale di Giorgia Meloni, che è avvenuta proprio in quella regione, governata dall’esponente di FdI Francesco Acquaroli. Una presa di posizione netta contro la destra, che ha quasi immediatamente suscitato il plauso di alcuni politici del centrosinistra: «Grazie a Chiara Ferragni - scrive la dem Alessia Morani - si accende un faro sulle Marche governate da FdI. Sono due anni che portiamo avanti questa battaglia da sole nell’indifferenza dei più», mentre il commissario regionale del Pd, Alberto Losacco, osserva che «in una regione con un altissimo numero di medici obiettori, la Giunta regionale ha scelto di non recepire le direttive nazionali del 2020 sulla pillola abortiva, dicendo che qui nascono pochi bambini e che la natalità viene prima del diritto di scelta delle donne. Questa regione - prosegue - che la Meloni indica come modello per il Paese, è un laboratorio dei diritti negati, proprio come il Texas, come l’Ungheria di Orban. Chiara Ferragni ha ragione da vendere». Infine, la senatrice ed ex ministro Valeria Fedeli scrive: «Brava Chiara Ferragni! Difendiamo l’aborto, la maternità consapevole e la salute delle donne. Nella Regione Marche, laboratorio della destra più nera, i diritti sono sotto attacco. Rischiamo ora che lo siano in tutta Italia. Chiediamo a Meloni: cosa pensa, onorevole, della Legge 194?».