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I metodi come la "bestiolina" proposta a Matteo Renzi «mi fanno abbastanza schifo, ma io non credo Renzi l’abbia fatta. Io sono stato duro sul fatto che la politica si faccia dare soldi da uno Stato straniero, ma dico attenzione a che quello che sta succedendo, ogni giorno con le intercettazioni sui giornali, perché Renzi può stare antipatico ma può accadere a chiunque. Non va bene, è indecente per un Paese civile». Carlo Calenda commenta così, su Radio 24, le indiscrezioni apparse sulla stampa sull'inchiesta della Procura di Firenze dedicata a Open, la fondazione del renzismo. Il leader do Azione si dice però «assolutamente» favorevole alla proposta di una legge per limitare le attività extra dei parlamentari avanzata dal segretario del Pd Enrico Letta. Calenda poco prima era tornato sull'argomento in un'intervista alla Stampa. «Io non ho mai comprato follower. Ma quando sento che la struttura Delta di Renzi doveva sfruttare i giornali femminili perché non era popolare tra le donne capisco che è una polemica che possiamo fare solo in Italia. Se fosse reato quella roba se lì dovrebbero portare tutti via, a partire da Salvini. Il momento non è casuale», è il pensiero del leader di Azione che ambisce adesso a occupare lo spazio fino a poco tempo fa presidiato proprio dall'ex presidente del Consiglio. «C’è il tentativo di mettere Renzi all’angolo prima dell’elezione del Quirinale e un Paese così mi fa abbastanza schifo», spiega Calenda, che tuttavia assicura di non avere alcuna intenzione di accordarsi col senatore di Rignano sull'Arno per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Quella, dice il leader di Azione, «è una partita che giocherà da solo».