Se con Matteo Renzi è un corso un divorzio «lo deve chiedere a lui. Sono 48 ore che vengo bersagliato da attacchi anche personali da parte di quasi tutti i dirigenti di Italia viva». A dirlo è Carlo Calenda in un'intervista al Corriere della Sera. «Il punto per noi è politico: Renzi si rifiuta di prendere l’impegno di sciogliere Italia viva quando nascerà il nuovo partito e sta bloccando ogni passo avanti sulla strada del partito unico. E questo è un problema: se da due partiti non nasce un partito ma ne nascono tre significa semplicemente che vuoi tenerti le mani libere», afferma Calenda.

Alla domanda sul perché il coordinamento del Terzo polo non si riunisca più, Calenda risponde: «Perché a dicembre con un colpo di teatro Renzi è ridiventato segretario di Italia viva, accentrando su di sé tutti i poteri e levando Ettore Rosato con cui lavoravamo molto bene e che sedeva negli organi di coordinamento del Terzo polo. Oggi nel Comitato politico del Terzo polo non c’è nessuno che può prendere impegni per Italia viva. Le sembra normale? E anche il gruppo che doveva studiare le regole del congresso non riesce più a riunirsi perché da Italia viva non danno disponibilità. Quindi Renzi deve fare chiarezza». Come fare chiarezza a suo parere? «Intanto rispondendo al documento che gli ho mandato da settimane per preparare il processo che porterà al partito unico e poi dicendo con chiarezza se è disponibile a sciogliere Italia viva, perché se non è disponibile non nasce nessun partito». «Non puoi fare un partito con uno che ti avverte che farà il direttore del Riformista solo un quarto d’ora prima», prosegue il leader d'Azione.  «Quello che io mi rifiuto di fare è di girare l’Italia come un pazzo insieme a Elena Bonetti, produrre proposte e nel contempo avere una persona che è in altre cose affaccendato ma da cui dipende ogni singola decisione» conclude Calenda.