Per il filosofo Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, la coalizione di centrodestra non ha vinto ancora le elezioni del 25 settembre 2022. Lo afferma in un'intervista a "La Repubblica", in cui esprime perplessità sulla candidatura a premier di Giorgia Meloni. «Dipenderà dagli accordi sottobanco che sono in corso nel centrodestra e di cui poco sappiamo in realtà, devo però dire che Meloni si sta muovendo con intelligenza e da qui al voto farà di tutto per essere credibile agli occhi dell'establishment e dell'Europa, distinguendosi nettamente da Salvini. Allo stesso tempo sa benissimo che non le basta un mese per accreditarsi». Cacciari consiglia, invece, al centrosinistra di fare una «cosa di centro, alla Macron. Se la partita è Macron contro Le Pen, allora vince Macron. Calenda, Renzi, Di Maio, devono esserci, alla fine, per forza. Ma la coalizione dovrebbe esprimere un comune sentire, questo è già più difficile, l'ultimo che vi riuscì fu Romano Prodi con l'Ulivo nel 1996». Ora la difficoltà sta nella «convivenza dei tanti galletti, ovvio». E nel fatto che non esiste un Macron italiano: «Un buon sostituto potrebbe essere soltanto un programma coeso tra i personaggi che ho citato prima intorno al Pd di Letta». A Cacciari, infine, non piace neanche l'idea di Miclele Santoro. «La trovo un'operazione velleitaria. Capisco che gli siano saltati i nervi, a me capita ogni cinque minuti, ma poi bisogna guardare in faccia alla realtà: e la realtà dice che non è più il tempo di Santoro e di Cacciari», aggiunge l'ex sindaco di Venezia. Lo spazio c'è, ed «è pure ampio, se si pensa che la metà degli elettori diserta ormai le urne», ma «questo spazio lo potranno riempire le nuove generazioni».