E’ bufera per la vignetta pubblicata dal Fatto Quotidiano sulla sorella di Giorgia Meloni, Arianna, e il marito Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura. Nell’immagine pubblicata in prima pagina dal giornale di Marco Travaglio si fa riferimento alla polemica degli ultimi giorni sulla “sostituzione etnica” evocata dal ministro di Fratelli d’Italia in merito al tema migranti e denatalità. Contro la vignetta si è scagliato tutto il centrodestra, a partire dalla presidente del Consiglio che l'ha duramente criticata.

“Quella ritratta nella vignetta è Arianna. Una persona che non ricopre incarichi pubblici, colpevole su tutto di essere mia sorella. Sbattuta in prima pagina con allusioni indegne, in sprezzo di qualsiasi rispetto verso una donna, una madre, una persona la cui vita viene usata e stracciata solo per attaccare un governo considerato nemico”, accusa su Facebook Giorgia Meloni, postando l’immagine. “E il silenzio assordante su una cosa del genere, da parte di quelli che dalla mattina alla sera pretendono di farci la morale, dimostra plasticamente la malafede della quale siamo circondati - aggiunge - . Ma se qualcuno pensa di fermarci così, sbaglia di grosso. Più sono circondata da questa ferocia, più sono convinta di dover fare bene il mio lavoro. Con amore. La cattiveria senza limiti la lasciamo agli autoproclamatisi 'buoni’”.

“C'è un limite a tutto, anche all'indecenza. Quella pubblicata dal Fatto Quotidiano non è una vignetta divertente, non è satira, è solo spazzatura dalla quale tutti dovrebbero prendere le distanze. Solidarietà sincera ad Arianna e Francesco Lollobrigida”, attacca il presidente Ignazio La Russa. Primo ad indignarsi per la vignetta, e seguito dal capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, che dice: “La vignetta pubblicata oggi, squallida, volgare e sessista, non fa ridere e oltrepassa qualsiasi limite di decenza. In attesa di una condanna unanime da parte di tutte le forze politiche, Pd, 5 stelle e altri, dei benpensanti e del mondo femminista, il direttore Travaglio assuma la responsabilità di quanto il suo giornale pubblica e chieda scusa”.

Ad esprimere solidarietà anche le opposizioni, a partire da Carlo Calenda: “La ‘vignetta’ del Fatto fa schifo. Né più, né meno – scrive il leader di Azione -. La satira in questo caso non c'entra proprio nulla. Si tratta di volgarità pura e semplice. La mia solidarietà e quella di Azione alla Presidente del Consiglio e a sua sorella Arianna”. “La satira può essere di buono di cattivo gusto, rimane satira”, dice il leader del M5S, Giuseppe Conte, rispondendo ai cronisti a Montecitorio.

A prendere posizione è anche il presidente dell’Associazione Stampa Romana, Paolo Tripaldi, per il quale “il diritto di satira garantito dalla Costituzione non può essere lo strumento per offese gratuite. Coinvolgere la moglie di un ministro con battute sessiste, come avvenuto con la pubblicazione di una vignetta da parte di una testata nazionale in riferimento al ministro Lollobrigida, lede i principi deontologici giornalistici ai quali la nostra professione deve sempre far riferimento”.