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«Con il ministro Di Maio c’è un’amicizia sempre più solida». Parola di Elisabetta Belloni, direttore del Dis, dopo il pranzo con Luigi Di Maio in un ristorante di Roma. «Di Maio è sempre leale», chiarisce il capo del Dis mettendo un punto alle polemiche dei giorni scorsi sulla sua candidatura al Quirinale proposta in tandem da Salvini e Conte. Come riportato da Il Foglio, il titolare della Farnesina e la numero uno del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza si sono visti in un ristorante nel centro. L'incontro arriva dopo le tensioni della scorsa settimana sul Quirinale: il nome di Belloni era entrato nella rosa dei candidati, ma l'ipotesi è poi tramontata con il veto di Matteo Renzi e Forza Italia. Proprio su una possibile candidatura di Belloni si è consumato lo scontro tra Di Maio e Giuseppe Conte: «Trovo indecoroso che sia stato buttato in pasto al dibattito pubblico un alto profilo come quello di Elisabetta Belloni. Senza un accordo condiviso», aveva detto lo scorso 28 gennaio il ministro degli Esteri. Che oggi invece la ringrazia per le sue parole con un post su Facebook: «Oggi a pranzo ho fatto una piacevole chiacchierata con lei. Grazie Elisabetta, condivido pienamente quello che pensi del nostro rapporto». A Belloni - «una professionista straordinaria, con un immenso attaccamento alle Istituzioni» - scrive Di Maio, «mi legano una profonda stima e una grande amicizia». Nel frattempo, dalle colonne del Fatto Quotidiano, il leader del M5s Giuseppe Conte dà la sua versione dei fatti: «Quelle di Belloni e di Paola Severino erano candidature di cui avevamo discusso, sia nel fronte progressista che con il centrodestra. Apparivano molto solide e affidabili, e offrivano l’occasione storica di portare una donna al Quirinale». «Nella rosa ciascuno poteva avere le sue preferenze, ma quel nome non è mai stato eliminato». Dopo il flop Casellati, spiega Conte, «io e Letta abbiamo incontrato Salvini, riproponendogli Belloni e Severino. Sullo sfondo c’era anche quella di Casini. Ma abbiamo aggiunto l’opzione di garanzia di un Mattarella bis: anche in base alle votazioni in Aula, si stava rivelando una concreta possibilità». «Salvini - aggiunge - si è preso del tempo per valutare i nomi femminili. Ma ci ha subito riferito della disponibilità di Fratelli d’Italia su Belloni». Quanto a Di Maio, prosegue l'ex premier, «dovrà rendere conto di diverse condotte, molto gravi. Ai nostri iscritti e alla nostra comunità». Il tavolo serale con Pd e LeU pareva un inferno: «Nel Pd non c’era più la disponibilità su Belloni. Non entro nelle motivazioni del Pd. C’è stato un blocco trasversale». Non restava che prendere atto «della posizione del Pd. Ma visto l’accordo con i dem e con LeU, non ho mai pensato di rompere quell’asse politico per avventurarmi in una votazione che si presentava problematica anche nei numeri. Così, al vertice dei partiti di maggioranza di sabato mattina, ho invitato tutti a valutare, ancora, i nomi Belloni e Severino». Ma nulla... «C’è stato un estremo tentativo di alcuni leader per la candidatura di Marta Cartabia. E io ho spiegato che era un nome su cui dovevo riservarmi un approfondimento interno. Quasi contemporaneamente si è appreso dell’atto di generosità di Mattarella. Poco prima Salvini aveva aperto al suo secondo mandato. Così abbiamo concordato tutti su quella opzione». Il M5s ora rischia davvero una scissione: «Non ho mai lavorato per procurare scissioni. È evidente che questo è il momento di un chiarimento. Una comunità di donne e uomini, anche nella diversità di opinioni, deve perseguire un’azione politica in modo coerente e compatto», ha concluso l'Avvocato.