È l’ennesima grana su un percorso reso ancor più accidentato dalla scissione del
M5S avviata con l’addio di
Luigi Di Maio. È la deroga alla regola dei due mandati per gli eletti grillini, che
Giuseppe Conte voleva mettere ai voti entro fine mese. Complice la partita delle elezioni in Sicilia, con il sottosegretario alle Infrastrutture
Giancarlo Cancelleri che freme per correre da governatore, ma ha alle spalle due mandati da consigliere regionale, dunque attualmente sarebbe -stando alla regola aurea del Movimento-fuori gioco. A quanto apprende
l’Adnkronos, nei vertici del
M5S si ragiona su una "micro deroga", che fisserebbe la percentuale degli eletti ammessi al ’terzo girò ben al di sotto del 10%. Il che aprirebbe le porte del Parlamento e dei Consigli regionali solo a una manciata di grillini forti di due mandati, mentre a
Bruxelles gli europarlamentari al "terzo round" si conterebbero sulle dita di una mano. Ammesso che la rete dia il disco verde alla deroga. Che, per aprire la strada a Cancelleri in
Sicilia, andrebbe fatta entro e non oltre mercoledì, dunque messa ai voti e ratificata entro 72 ore. Tempi strettissimi e con non pochi nodi da sciogliere nelle prossime ore, con l’arrivo dell' "elevato"
Beppe Grillo a Roma. Negli ultimi giorni nei vertici si era infatti convenuto su un rinvio del voto - uno slittamento che non è ancora da escludere - così da mettere il Movimento a riparo da polemiche e frizioni in una fase difficile come poche. E anche per la contrarietà del garante e fondatore, convinto difensore di una norma fortemente voluta da lui e
Gianroberto Casaleggio. Eppure c’è chi, nella cabina di comando del
Movimento, nelle ultime ore parla di qualche spiraglio, anche se la questione -ieri rimasta fuori dalla discussione del Consiglio nazionale convocato da Conte in serata- è tutta da dirimere - «ancora non si capisce un ca..o», si sfoga con
l’Adnkronos uno dei membri del Consiglio nazionale- e, spiegano alcuni beninformati, non aiutano certo nell’accelerazione del dossier i rapporti non proprio idilliaci
tra Grillo e Cancelleri, guastati la scorsa estate, quando si aprì la guerra tra il fondatore e Conte, e il sottosegretario siciliano prese le parti dell’ex premier segnando le distanze da Grillo. Fatto sta, che la mancata candidatura di
Cancelleri alle primarie in
Sicilia - dove è ormai a lavoro da mesi proprio per preparare la sua corsa sul territorio - costituirebbe un bel pasticcio per il
M5S. Oltre a generare una nuova fattura, che potrebbe innescare nuovi addii nelle file del Movimento, a
Roma come in Sicilia. Se
Cancelleri -in passato considerato vicinissimo a
Luigi Di Maio, che, da capo politico, lasciò che abbandonasse la carica da consigliere per assumere quella da sottosegretario a
Roma (altra regola grillina infranta)- decidesse di rompere, stando alle voci che circolano nel Movimento potrebbe portarsi dietro 10 parlamentari, compresa la sorella deputata Azzurra
Cancelleri, anche lei al secondo mandato. Oltre al potenziale danno in
Sicilia, dove il sottosegretario costituisce comunque l’uomo forte del
Movimento e dove, soprattutto, il Movimento non può permettersi fallimenti dopo il flop registrato alle ultime amministrative. Insomma, un rebus di difficile soluzione ma a cui la soluzione va trovata entro e non oltre 72 ore.