Martedì 30 Dicembre 2025

×

L'intervista

Philip Leach: «Ora è evidente che Navalny fu perseguitato»

Strasburgo condanna la Russia per persecuzione politica: perquisizioni, sequestri e repressione contro la Fondazione anticorruzione. Parla l'avvocato inglese

30 Dicembre 2025, 09:12

Philip Leach: «Ora è evidente che Navalny fu perseguitato»

Navalny

Il 16 dicembre scorso la Corte europea dei diritti dell'uomo si è pronunciata sul caso Fondazione anticorruzione (Fbk), organizzazione creata dal dissidente Alexei Navalny, più altri contro la Russia. I giudici di Strasburgo hanno stabilito che le misure adottate nei confronti delle organizzazioni collegate a Navalny, alla sua famiglia e ai suoi collaboratori hanno violato alcuni principi stabiliti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Le azioni delle autorità russe contro il principale oppositore di Putin si sono concretizzate sotto forma di perquisizioni di massa nelle abitazioni e negli uffici, sequestro di beni durante le perquisizioni, congelamento dei conti bancari. Inoltre, l'Fbk e le altre realtà ad essa collegate sono state inserite nell'elenco dei cosiddetti “agenti stranieri” con la successiva classificazione delle organizzazioni ricorrenti come “estremiste”.

L'avvocato Philip Leach, esperto in diritti umani e professore della Middlesex University di Londra, ha rappresentato davanti alla Cedu la moglie di Alexei Navalny, Yulia Navalnaya, e la Fondazione anticorruzione. In questa intervista esclusiva Leach si sofferma sull'importanza della sentenza di Strasburgo e sul clima che si vive nella Russia di Vladimir Putin. La Cedu ha rilevato, tra le varie cose, che le misure contro l'Fbk facevano parte di uno “sforzo concertato e senza precedenti” per colpire al cuore ed eliminare l'opposizione democratica organizzata da Navalny.

L'avvocato Leach

Le motivazioni ufficiali dei provvedimenti adottati dalle autorità di Mosca, vale a dire la lotta al riciclaggio di denaro e all'estremismo, non sono state supportate da alcuna prova tale da dimostrare una reale condotta criminale, ma sono servite come pretesto per “smantellare strutture politiche e civiche indipendenti”. Insomma, una vera e propria rappresaglia contro Alexei Navalny e le persone a lui più vicine per sopprimere progressivamente il pluralismo politico in Russia.

Avvocato Leach, pochi giorni fa lei ha conseguito un successo importante davanti alla Cedu. Mosca ha perseguitato Navalny, le sue organizzazioni e i suoi collaboratori?

«Sì, la sentenza mette a nudo le misure coordinate a livello centrale adottate dalle autorità russe su una scala senza precedenti per smantellare e bloccare il movimento politico di Alexei Navalny in tutta la Russia. La decisione denuncia anche le misure straordinarie e del tutto illegali adottate per reprimere qualsiasi forma di opposizione politica indipendente in Russia».

Quali sono i punti principali della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di pochi giorni fa?

«Sono state riscontrate violazioni dell'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, in materia di vita privata e familiare, a seguito delle perquisizioni di massa di abitazioni e uffici di persone ed entità associate a Navalny e del sequestro dei beni durante tali perquisizioni. Sono state anche riscontrate violazioni dell'articolo 1 del Protocollo n. 1 sul diritto alla proprietà, a causa del congelamento dei conti bancari dei ricorrenti. Sono state appurate inoltre violazioni che hanno portato successivamente alla classificazione della Fondazione anticorruzione come “agente straniero” e di diverse organizzazioni ad essa collegate come “estremiste”. Vi è stata pure una violazione dell'articolo 18, perché le misure adottate dalla Russia sono state ritenute parte di uno sforzo concertato su una scala senza precedenti per eliminare l'opposizione democratica organizzata da Alexei Navalny».

La difesa di Mosca durante il processo è stata ritenuta poco convincente?

«Dall'espulsione nel 2022 della Russia dal Consiglio d'Europa, a seguito dell'invasione e dell'occupazione dell'Ucraina, il governo russo non ha risposto alla Cedu e non ha messo in atto la difesa in nessuno dei casi ancora in corso di esame da parte della stessa Corte. La Russia è ancora soggetta ad una serie di standard in relazione ai casi pendenti dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo fino al momento dell'espulsione alla quale facevo prima riferimento».

La sentenza di Strasburgo è una sorta di incoraggiamento per gli oppositori di Putin e del suo regime?

«La Corte ha rilevato l'eccezionale portata e coordinamento delle misure denunciate, in particolare le perquisizioni di massa in abitazioni e uffici, il sequestro di beni e il congelamento di numerosi conti bancari personali e aziendali. I giudici hanno concluso così: “Tenuto conto del modello cumulativo di misure - le perquisizioni di massa coordinate e il congelamento dei conti bancari, l'inserimento dell'Fbk nell'elenco degli agenti stranieri, lo scioglimento e la criminalizzazione delle organizzazioni ricorrenti attraverso la loro designazione come estremiste e il contesto più ampio della progressiva soppressione del pluralismo politico in Russia - la Corte ritiene che le azioni delle autorità non siano state applicate per alcuno scopo prescritto dalla Convenzione. Esse facevano parte di uno sforzo concertato di portata senza precedenti per colpire al cuore ed eliminare l'opposizione democratica, organizzata e incentrata sul signor Navalny”».

Quali obblighi ha adesso la Russia dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo?

«Sebbene la Russia non sia più membro del Consiglio d'Europa, è comunque tenuta, in base al diritto internazionale, a conformarsi alla sentenza di due settimane fa. Ciò significa pagare l'importo dei danni riconosciuti agli oltre 140 ricorrenti, nonché adottare misure per garantire che le violazioni dimostrate non continuino o non si ripetano».

Dopo la sentenza del 16 dicembre, c'è il rischio che le autorità di Mosca diventino ancora più severe nei confronti degli oppositori politici e dei dissidenti?

«Come emerge chiaramente dal caso della Fondazione anticorruzione e da altre sentenze della Corte europea, penso a quella relativa alla “legge sugli agenti stranieri”, caso Ecodefence e altri contro Russia del 2022, le autorità russe hanno già attuato la più grave repressione nei confronti dell'opposizione politica e dei difensori dei diritti umani che l'Europa abbia mai visto dalla Seconda guerra mondiale».