Marco Patarnello, sostituto Pg in Cassazione, membro del Cdc dell’Anm con Magistratura Democratica, che idea si è fatto di questa campagna referendaria?
Pessima. Il metodo con cui è stata varata la riforma, senza alcun confronto parlamentare, ha segnato irrimediabilmente la campagna.
Lei è stato magistrato segretario al CSM. Per Spangher le correnti spartivano anche queste figure.
Spangher ha fatto un discorso franco, che ha riguardato anche i laici, se ci fosse stato un confronto parlamentare di analoga qualità la riforma sarebbe stata diversa. Però, sottovaluta che -mentre i togati vengono sorteggiati- i laici addirittura rafforzano il mandato politico, perché la rosa in cui sorteggiarli sarà inevitabilmente omogenea alla maggioranza; se il problema era il numero troppo elevato dei sorteggiandi laici si sarebbe potuto circoscriverli ai soli professori, per lo più anche avvocati. Sui magistrati segretari e Ufficio studi la riforma Cartabia è entrata in vigore nel 2024 ed ha cambiato le regole della selezione; oggi le cose sono diverse, come segnalato dal Vicepresidente Pinelli. Sul correntismo in generale la magistratura ha molti torti da farsi perdonare, ma non è un tema semplificabile in due battute e ci potevano essere altri rimedi, senza stravolgere la Costituzione.
Si discute molto di quello che diventerà un pm separato dal giudice. Pure si trasformasse in un super pm avremo un giudice forte e indipendente.
Al giudice arriva ciò che il pm indaga; se il CSM diventa condizionabile dalla politica, perde indipendenza anche la magistratura inquirente e certi processi semplicemente non si fanno. Ma non voglio eludere la domanda: il pm è il primo, il più invasivo e spesso l’unico magistrato che incrocia il cittadino. Questa riforma doveva ridurne il peso eccessivo, invece delle due l’una: o ne esalterà il ruolo istituzionale valorizzandone la logica di accusatore puro oppure - più verosimilmente- diventerà strumento direttamente o indirettamente controllato dall’esecutivo attraverso poche modifiche del codice di procedura penale che renderanno il suo operato dipendente dalla polizia e non più gestore delle indagini (come affermato da Nordio che vuole un pm avvocato della polizia). Oggi la carriera dei pm è amministrata da un CSM composto prevalentemente da giudici; da domani si amministrerà da solo la carriera. Altro che parità delle parti processuali! Il CSM doveva restare fuori dalla separazione o al massimo si potevano creare due sezioni distinte.
Il consigliere del CSM Mirenda va ripetendo che non è il sorteggio ad umiliare il Consiglio ma il correntismo.
Il sorteggio dei componenti del CSM non esiste in nessun Paese europeo. Significa che i magistrati non hanno diritto a scegliere i propri rappresentanti. Certo che è un’umiliazione. Il correntismo riguarda le nomine agli incarichi direttivi e si contrasta come si contrasta il clientelismo o la corruzione in politica: non sorteggiando gli organi elettivi, ma cambiando la procedura di nomina dei dirigenti e poi con buone leggi elettorali per il CSM. Questa riforma seleziona i magistrati col metodo casuale e i laici col metodo politico. Il cuore della riforma è tutto qui e consegna la magistratura al controllo della politica.
Luigi Salvato ha sostenuto in una intervista al Dubbio che la giustizia disciplinare del CSM ha funzionato, ma ben venga l’alta Corte. Che ne pensa?
Stupisce che Salvato dica di aver capito la riforma solo dopo il recente pensionamento. Ha votato un articolato parere del CSM fortemente contrario alla riforma, è stato molto critico in audizione al Parlamento e in una lunga intervista al Corriere, c’è davvero da chiedersi quale sia il suo reale pensiero. Ma al di là di questo, sono evidenti numerose criticità tecniche nel testo della riforma; non si può dimenticare, ad esempio, che il disciplinare dei magistrati ha natura giurisdizionale e che invece questa riforma ne sottrae il controllo finale alla cassazione, per affidarlo alla stessa Alta Corte che ha condannato il magistrato, il che collide con l’art. 111 della costituzione. Inoltre non viene garantito l’equilibrio costituzionale laci-togati nei collegi dell’Alta Corte.
Il deputato Donzelli sostiene che i magistrati hanno “ricattato il governo” sull’interpretazione delle norme per i migranti. Che ne pensa?
Ricattatori, killer, comunisti, disturbati mentali. L’indipendenza della magistratura disturba la politica. Anche sui migranti la Corte europea ha dato ragione alla magistratura italiana, il resto sono parole in libertà.
Cosa pensa quando sente Meloni, Nordio, Mantovano dire che questa riforma serve a “ricondurre” la magistratura e che oggi è utile alla destra, domani lo sarà alla sinistra?
Evviva la franchezza! Mantovano lo ha detto molto chiaramente: la giurisdizione deve uniformarsi all’indirizzo di governo, chi vince le elezioni comanda. E Nordio è stato ancora più esplicito: oggi ne beneficiamo noi, domani ne beneficerà chi sta all’opposizione. È un indirizzo politico molto chiaro: abolire la separazione dei poteri. Ciò che avviene per la Corte dei Conti ne è la conferma.
Valerio Spigarelli, ex presidente dell’Ucpi, accusa la magistratura di avere una concezione proprietaria della giustizia. È forse questa riforma il prezzo da pagare per tutti i vostri NO?
Il prezzo di questa riforma lo pagano i cittadini, non i magistrati. Spigarelli coglie una parte di verità. È vero che abbiamo risposto molti no, ma bisogna anche vedere le domande! Non è sottraendo l’indipendenza, che si migliora la giustizia. Intervenire sul ruolo e sui criteri di nomina dei dirigenti, ad esempio, era una strada; anche una legge elettorale decente per il CSM era una strada; ma guarda caso la politica preferisce condizionare il CSM.
Se dovesse fare una autocritica della magistratura, cosa direbbe?
Ci sarebbero molte cose, ne indico una che forse le riassume. La magistratura deve abbandonare l’istinto autoreferenziale, ma quando si è continuamente sotto attacco diventa difficile ragionare pacatamente e temo che dopo il referendum sarà ancora più difficile.