Giovanni Zaccaro, segretario di AreaDg, consigliere della Corte di appello di Roma, già componente del Csm i sondaggi vi danno in svantaggio. Preoccupato?
In realtà, tutti i sondaggi danno il No in rimonta e per questo le forze politiche vogliono votare al più presto. Un altro segnale della rimonta del No deriva dallo scendere in campo di esponenti del governo per il Sì, evidentemente perché i partiti non si fidano dell’efficacia del Comitato delle Camere penali.
Qualche giorno fa appunto è nato un nuovo comitato del Sì dove all’interno ci sono anche magistrati. Anche questo non la preoccupa?
La grande ricchezza della magistratura italiana è proprio il suo pluralismo culturale, che si vuole sopprimere con la stucchevole polemica contro le correnti. Ho dato un’occhiata ai nomi dei magistrati che sono nel comitato per il Sì e constato che molti sono stati o sono fuori ruolo nei ranghi del ministero. Legittimo ma buffo se si considera che i fautori della riforma Nordio sono contrarissimi al fuori ruolo.
Ma c’è il rischio di una contrapposizione fra avvocatura e magistratura?
Non mi pare. Io vedo che ovunque gli avvocati, anche penalisti, animano i comitati per il No alla riforma Nordio ed organizzano iniziative per diffondere le ragioni del No. Invece, i vertici delle organizzazioni forensi si sono schierati con il ministro, ma avranno avuto le loro ragioni.
C’è una parte della sinistra che voterà per il Sì. Che ne pensa?
Ci sono persone di sinistra che votano sì e persone di destra che votano no. In ballo non c’è il destino di questa legislatura ma il principio di bilanciamento dei poteri. La riforma Nordio serve a mettere la politica sopra la magistratura, a fare decidere le sorti della giustizia a chi vince le elezioni, chiunque sia. Del resto Nordio ha confessato quando ha detto all’opposizione di approfittare della sua riforma, per potere governare senza limiti quando vinceranno le elezioni. Insomma, non è questione di maggioranza od opposizione, ma di come si concepiscono il potere ed i suoi limiti. Chi pensa che chi ha la maggioranza debba prevalere sempre e su tutto vuole la riforma. Chi, invece, pensa che la giustizia deve essere autonoma dalla volontà delle maggioranze politiche di turno deve votare No.
Il consigliere del Csm Andrea Mirenda ha detto che voterà sì al sorteggio per “liberare il Csm dalle ben note congregazioni che se ne sono impadronite, distruggendone il prestigio e mortificandone, secondo convenienza, strategia o collateralismo politico, la funzione di garanzia”.
Il problema delle ingerenze delle correnti nelle decisioni del Consiglio è serio e non è stato ancora del tutto risolto. Molti magistrati, legati alle chat di Palamara, hanno fatto carriera, alcuni addirittura grazie a Nordio che li ha chiamati ai vertici del ministero. Ma non si risolve il problema con la lotteria. Si deve, invece, debellare il carrierismo, ossia l’ossessione dei magistrati per le nomine agli incarichi direttivi, che poi li porta a cercare raccomandazioni con i consiglieri, laici o togati, eletti o sorteggiati che siano. Io, insieme al mio gruppo, propongo, invece, rimedi davvero radicali per eliminare il correntismo ed il carrierismo che lo alimenta. Ridurre il numero e l'importanza dei dirigenti degli uffici, sostituendoli con una guida collegiale e partecipata. Solo così non ci sarà più un potere da spartire e soprattutto le correnti ed il Csm potranno dedicarsi alla parte nobile del loro lavoro. Ma la politica non vuole praticare questa soluzione perché preferisce avere voce in capitolo sulle nomine dei dirigenti, sperando poi di controllarli e così controllare la giustizia.
Nicolò Zanon ha detto che al Csm addirittura gli autisti erano lottizzati. È pronto a smentirlo?
Il professor Zanon ha una ossessione per gli autisti. Quando ero al Consiglio, io condividevo il mio autista con un consigliere laico, avvocato ed indicato dalla Lega. Tuttora siamo ottimi amici. Noi mangiavamo tutti insieme, laici e togati, e pagavamo alla romana. Mi lasci esprimere la massima solidarietà ai lavoratori del Consiglio, offesi dal racconto farsesco del professor Zanon.
Rinaldo Romanelli (Ucpi) ha detto: “I pm governano l’elettorato al Csm” visto che “sono sempre quasi loro a capo delle correnti e dell'Anm”. Come replica?
Una bufala: in questo momento ai vertici delle correnti sono tutti giudici, me compreso; l’Anm è stata guidata per quattro anni da un giudice. Nel Csm i giudici sono più del doppio dei pm ed oggi i componenti laici avvocati sono più dei componenti togati pm.
Francesco Petrelli (Ucpi) invece ha sostenuto: “A prescindere dalla fisionomia che assumerà il pm avremo un giudice più forte. Un pm cultore della preda avrà dinanzi un giudice cultore delle regole della caccia”. Non ha torto.
La foga propagandistica fa perdere la misura anche a un galantuomo come l’avvocato Petrelli. Con le sue parole sostiene che, in questi decenni, i giudici non hanno mai avuto la cultura delle regole e sono stati deboli. Così facendo delegittima innanzi ai cittadini sia la magistratura, che l’avvocatura penale, che avrebbe assistito inerme a processi senza regole. Come rimetteremo a posto i cocci di una campagna referendaria così maldestra? Meno male che tanti prestigiosi avvocati, a cominciare dal prof Coppi, dicono il contrario.
Non si può negare che in una fetta della popolazione, anche in base a quello che dicono alcuni sondaggi, la magistratura sia percepita come politicizzata. Non crede che abbiate commesso degli errori in questi anni?
Una premessa: la giustizia italiana funziona male. Da tempo la magistratura associata, così come l’avvocatura, propone soluzioni di buon senso, ma Nordio ha bloccato tutto con questa sua riforma inutile e pericolosa. Quanto alla politicizzazione della magistratura, è un’accusa che sento fare da decenni, qualunque sia la maggioranza di governo, di destra o di sinistra. Mi pare un alibi per chi vince le elezioni e non sa come amministrare; lo stesso che trovano le squadre di calcio scarse che, quando perdono, danno la colpa agli arbitri.