Sabato 27 Dicembre 2025

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Addio a Fernanda Contri, avvocata e giurista: fu la prima giudice donna della Consulta

Protagonista di spicco della vita istituzionale italiana del secondo Novecento, è morta a Genova all'età di 90 anni. Il ricordo dell'ex ministro dem Orlando: "Fu militante curiosa e appassionata"

27 Dicembre 2025, 17:35

Fernanda Contri

Tra le figure femminili più autorevoli e innovative della Repubblica, prima donna giudice della Corte costituzionale, prima donna a ricoprire incarichi apicali a Palazzo Chigi, ministra, componente del Consiglio superiore della magistratura, punto di riferimento nel diritto di famiglia, nella tutela dei minori e nei diritti fondamentali. Fernanda Contri, avvocata e giurista, e protagonista di spicco della vita istituzionale italiana del secondo Novecento, è morta all'ospedale di Rapallo (Genova) all'età di 90 anni.

La vita di Contri è stata segnata dal rigore giuridico, dal senso dello Stato e da un impegno costante per l'affermazione del ruolo delle donne nelle istituzioni. Nel 1985 venne nominata giudice aggregato della Corte costituzionale, preludio a un percorso che l'avrebbe portata ai vertici della Consulta. L'anno successivo fu eletta dal Parlamento in seduta comune al Consiglio superiore della magistratura, dove svolse un ruolo centrale: fece parte del Comitato Antimafia, fu vicepresidente della Sezione disciplinare e presidente della IV Commissione referente. In quegli anni maturò anche una profonda amicizia con Giovanni Falcone, conosciuto nel 1983 a un convegno a Genova, con il quale condivise riflessioni e preoccupazioni sul contrasto alla criminalità organizzata.

La sua esperienza e il suo profilo istituzionale la portarono a Palazzo Chigi. Nel giugno 1992, su nomina del presidente del Consiglio Giuliano Amato, divenne segretaria generale della Presidenza del Consiglio dei ministri: fu la prima donna a ricoprire questo incarico. Nell'aprile 1993 entrò nel governo Ciampi come ministro per gli Affari sociali. Da ministra si occupò di politiche per l'immigrazione, assistenza sociale e aiuti umanitari, lavorando in particolare sull'emergenza legata alla guerra nella ex Jugoslavia. Predispose un disegno di legge sui principi di tutela dei diritti del minore e avviò un progetto organico sulla disciplina della condizione giuridica dello straniero in Italia.

Il 4 novembre 1996 arrivò la nomina destinata a segnare la storia: il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro la scelse come giudice della Corte costituzionale, facendone la prima donna nella storia della Consulta. Durante il suo mandato fu redattrice ed estensore di numerose decisioni di grande rilievo in materia di diritto costituzionale, diritto processuale civile, diritto di famiglia, immigrazione, previdenza, assistenza sociale, trasporti, regime fiscale e segreto di Stato. Il suo contributo giurisprudenziale fu ampio e trasversale, a testimonianza di una competenza giuridica riconosciuta anche oltre i confini nazionali. Nel 2002 l'University College London le conferì la laurea honoris causa in Legge, prima volta per un cittadino italiano. Il 14 dicembre 2004 presiedette l'udienza solenne della Corte costituzionale, diventando la prima donna a farlo. Nel 2005 fu presidente facente funzioni e poi vicepresidente della Corte, stabilendo ulteriori primati nella storia repubblicana. Cessò dalla carica nel novembre dello stesso anno.

Negli anni successivi continuò a svolgere un'intensa attività pubblica e di garanzia: fece parte di organismi del Consiglio d'Europa, commissioni ministeriali, comitati etici e fondazioni impegnate nella tutela dei diritti umani e dei minori. Fu presidente o componente di numerosi enti e associazioni, tra cui il Centro Studi di diritto di famiglia, l'Associazione Genova-Donna, la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, oltre a incarichi nel settore portuale, aeroportuale e sanitario ligure.

Nata a Ivrea il 21 agosto 1935, trasferitasi giovanissima a Genova con la famiglia, Contri si formò in un ambiente culturalmente vivace e attento al valore dello studio. Diplomata al liceo classico Andrea D'Oria, coltivò inizialmente una forte passione per le lettere, ma decise di iscriversi alla Facoltà di Giurisprudenza, ispirata anche dalla figura di uno zio avvocato. Si laureò all'Università di Genova discutendo una tesi sulle autorizzazioni amministrative, sotto la guida del professor Roberto Lucifredi, mostrando fin da subito un'attenzione particolare ai rapporti tra cittadino e istituzioni. Negli anni giovanili fu anche un'atleta appassionata: praticò calcio, pallavolo e nuoto, arrivando a conquistare il titolo di campionessa provinciale nel getto del peso. Una scelta non scontata per una giovane donna negli anni Cinquanta, che anticipava già quel tratto di indipendenza e determinazione che avrebbe caratterizzato tutta la sua vita.

Dopo la laurea, superò l'esame di procuratore legale nel 1961 e si iscrisse all'Ordine degli avvocati di Genova nel gennaio 1962. Rinunciò a partecipare al primo concorso in magistratura aperto alle donne, preferendo intraprendere la professione forense. Si dedicò prevalentemente al diritto civile, con particolare attenzione al diritto di famiglia, al diritto amministrativo e alla tutela dei soggetti deboli. Ammessa al patrocinio davanti alla Corte di Cassazione e alle giurisdizioni superiori, divenne rapidamente una figura stimata nel foro genovese. Parallelamente all'attività professionale, sviluppò un intenso impegno associativo e istituzionale: fu vicepresidente nazionale del Sindacato Avvocati, membro per nove anni del Comitato dei delegati della Cassa di previdenza forense e componente di numerose commissioni ministeriali presso il Ministero di Grazia e Giustizia, occupandosi di riforma delle strutture giudiziarie, di giustizia minorile e di revisione della Cassazione penale. Presiedette inoltre il gruppo di lavoro interministeriale incaricato di elaborare modelli di mediazione familiare e strumenti di tutela per minori e persone fragili. Dal 2004, dopo la fine del mandato alla Corte costituzionale, viveva a Chiavari (Genova), dove rimase una figura molto presente nella vita civile e politica locale. Era sposata con l'avvocato Giorgio Bruzzone, ex partigiano, il cui padre Dante, un avvocato socialista genovese, ai tempi della seconda guerra mondiale aiutò molti ebrei a Genova. 

Ad esprimere cordoglio e vicinanza ai familiari per la sua scomparsa sono i parlamentari liguri del Partito Democratico Lorenzo Basso, Valentina Ghio, Alberto Pandolfo e Luca Pastorino, che ricordano Contri come "esempio prezioso di impegno civile e democratico". "Con la scomparsa di Fernanda Contri, Genova e l'Italia perdono una figura di eccezionale autorevolezza istituzionale e umana. Avvocata di straordinaria competenza, donna di grande intelligenza e dedizione, ha servito il Paese con impegno e responsabilità in ruoli di primo piano, dal Consiglio Superiore della Magistratura, al ruolo di ministra nel Governo Ciampi, fino alla prestigiosa carica di giudice e poi vicepresidente della Corte Costituzionale. La sua carriera è un esempio di integrità, rigore giuridico e passione civile, che ha lasciato un segno profondo nelle nostre istituzioni e nella società", dichiara in una nota la sindaca di Genova, Silvia Salis. "E' stata, naturalmente, direi, una donna di sinistra e prima ancora un'antifascista, per convinzioni e per sangue. Senza protagonismi, è stata però a suo modo una militante curiosa e appassionata. Ci mancherà il suo equilibrio e l'acuta capacità di cogliere l'essenziale. A tutti quelli che le hanno voluto bene le mie più sentite condoglianze", è il messaggio dell'ex ministro della Giustizia ed esponente Pd Andrea Orlando