Medio Oriente
Mimmo Lucano, sindaco di Riace
«Il legame tra Riace e Gaza rimane scolpito nel cuore e nella pietra». È questo il succo della conferenza stampa organizzata dal sindaco di Riace Mimmo Lucano, che ha deciso di scrivere una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo il no pronunciato il 23 dicembre scorso dal ministro degli Esteri Antonio Tajani al gemellaggio con Gaza. «Il nostro era un atto d’amore, questo sì che farebbe parte delle comunicazioni tipiche dei giorni di Natale», ha detto Lucano durante l’incontro pubblico in una gremita sala del Consiglio comunale di Riace, dove era presente anche l’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Presente in collegamento, invece, il sindaco di Gaza City Yahya Sarraj.
Per Tajani, il gemellaggio non può essere autorizzato in quanto «sussistono rilevanti motivi ostativi, connessi al legame esistente tra consigli locali e sindaci di Gaza e l’organizzazione terroristica Hamas, sottoposta a sanzioni da parte dell’Unione europea. Pertanto, ove effettivamente concluso, il gemellaggio in questione sarebbe suscettibile di arrecare un grave pregiudizio alla politica estera italiana». «È una comunicazione violenta - ha evidenziato Lucano -, ma possiamo dire che il gemellaggio rimane nella nostra memoria. Rimane scolpito nella pietra, la stessa pietra su cui le mani di Riace e Gaza si stringono in un murales». Insomma, riconoscimento istituzionale o meno, la decisione rimane valida come «atto di fratellanza». Tutto il contrario della risposta del governo, che per Lucano rappresenta «una dichiarazione di violenza e di guerra».
Proprio per «cercare di risolvere questa questione ho voluto scrivere una lettera al Presidente della Repubblica», che verrà inviata formalmente questa mattina. Si tratta della prima lettera che Lucano scrive a Mattarella, «per manifestare tutto il mio dolore e il mio dispiacere», ha evidenziato rivolgendosi al Capo dello Stato come «ultimo custode dei valori costituzionali». Un atto che voleva essere «una manifestazione di vicinanza» alla popolazione di Gaza è stato trasformato dalla politica italiana, ha sottolineato, in un «atto spregiudicato».
Lucano ha dunque preso le distanze dalla comunicazione firmata dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, che come Tajani ha evidentemente ignorato la presa di distanza pubblica di Sarraj da Hamas, più volte pronunciata pubblicamente. «Gaza chiede giustizia» e la «cessazione di ogni conflitto», ha evidenziato Lucano citando proprio il sindaco di Gaza, al quale ha ribadito «vicinanza e affetto» per una situazione «ai limiti dell’umana sopportazione». La decisione di Tajani, ha poi evidenziato, lederebbe «l’autonomia statutaria degli enti locali» e anche i valori costituzionali. Nessuna intenzione di interferire con le politiche internazionali, ha quindi ribadito, ma un tentativo di tendere la mano ad una popolazione vittima di «un’immane tragedia umanitaria».
Un gemellaggio è «una sfida a chi ritiene di poter esercitare il diritto della forza contro il diritto dell’amore» e non una dichiarazione di guerra. «I cuori di Riace e di Gaza battono all’unisono. Non ci arrendiamo alla barbarie, in nome della solidarietà tra i popoli». È una lotta impari, ha aggiunto Lucano, «ma non abbiamo altre possibilità rispetto alla barbarie del pensiero della destra di tutto il mondo. Quello che ho scritto viene dal cuore: sono convinto che la salvezza dell’umanità non possa che passare da questo. Non ci fermeranno».
Per De Magistris, «laddove i governi diventano complici di crimini violenti e genocidi i popoli possono scrivere la storia. Non bisogna mollare, possono scrivere tutte le menzogne e la propaganda che vogliono ma la storia è scritta: i palestinesi sono un popolo oppresso da uno Stato che sta commettendo un genocidio. Stanno provando a dividere milioni di persone che si sono schierate dalla parte giusta della storia, a differenza di tante istituzioni che continuano a tradire la Costituzione nata dalla resistenza».
A intervenire anche Sarraj: «Il popolo palestinese soffre da più di 100 anni, ma non si ferma e non abbandona la propria questione - ha sottolineato -. Tutti noi in Palestina crediamo di aver diritto di vivere nella nostra terra. Questa non è una guerra. È una distruzione di massa. E nonostante la situazione di calma apparente la distruzione continua. Gente libera come Lucano, che persevera nel mantenere questo gemellaggio, ci dà la speranza per un futuro migliore. E tutti a Gaza lo ringraziamo. Un giorno ci incontreremo sulla spiaggia di Gaza per piantare la pace».