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Esteri

Ecuador, Jorge Glas resta in carcere: respinto l’habeas corpus

Il tribunale di La Libertad nega il trasferimento sanitario dell’ex vicepresidente e respinge le accuse di torture

30 Dicembre 2025, 11:22

Ecuador, Jorge Glas resta in carcere: respinto l’habeas corpus

Jorge Glas

La giustizia dell’Ecuador ha stabilito che l’ex vicepresidente Jorge Glas dovrà restare in carcere, respingendo la richiesta di habeas corpus presentata dalla sua difesa. La decisione è stata assunta dal tribunale della provincia di La Libertad, che ha escluso la presenza delle condizioni necessarie per un trasferimento in una struttura sanitaria e ha negato l’esistenza di abusi o violazioni dei diritti nella detenzione.

Il giudice Jean Daniel Valverde, sulla base di referti medici, psichiatrici e psicologici, ha affermato che «non vi è una situazione grave né una necessità tale da giustificare il ricovero ospedaliero». Secondo il tribunale, inoltre, «non si configura alcuna violazione dei diritti» dell’ex vicepresidente, che continuerà a scontare la pena nel carcere di massima sicurezza di El Encuentro, nella città di Santa Elena.

La difesa aveva presentato il ricorso due giorni dopo che Glas aveva denunciato presunti «trattamenti crudeli, degradanti» e torture psicologiche subite in prigione, chiedendo il ricovero in clinica per curare 18 patologie, tra cui un’artrite cronica, e per affrontare condotte autolesionistiche che, secondo i legali, lo avrebbero «portato al suicidio».

Jorge Glas è stato condannato per corruzione nei casi Odebrecht e Sobornos, e ha inoltre una sentenza di primo grado per peculato legata alla ricostruzione della provincia di Manabí dopo il terremoto. Nel dicembre 2023 aveva ottenuto asilo politico nell’ambasciata del Messico, ma nell’aprile 2024 le forze di sicurezza ecuadoriane fecero irruzione nella sede diplomatica per arrestarlo, provocando una grave crisi diplomatica e la rottura delle relazioni bilaterali con il Paese nordamericano.

Il 3 novembre scorso la difesa aveva annunciato che la Corte interamericana dei diritti umani aveva concesso misure cautelari, riconoscendo un «rischio per la vita e l’integrità fisica e mentale» di Glas. In particolare, la Corte aveva ordinato allo Stato ecuadoriano di garantire assistenza medica e psicologica adeguata, consentire le visite di familiari, avvocati e medici di fiducia, e fornire rapporti periodici sulle sue condizioni di salute.

Nonostante ciò, una settimana dopo Glas è stato trasferito dal carcere di La Roca, nella provincia di Guayaquil, a quello di El Encuentro, insieme ad altri 300 detenuti. Da quel momento, secondo l’avvocato Andrés Villegas, le condizioni dell’ex vicepresidente sarebbero peggiorate: i legali parlano di coliche renali, infezioni fungine a piedi e gambe dovute all’umidità e alla mancanza di luce naturale, riduzione delle porzioni di cibo e assenza di acqua filtrata. È stata inoltre denunciata la condivisione della cella con altri due detenuti, la presenza costante di telecamere di sorveglianza e il rifiuto di installare divisori.

Il ministero della Salute ha però respinto le accuse, sostenendo che dall’inizio della detenzione Jorge Glas ha ricevuto oltre 500 visite mediche. Con la decisione del tribunale di La Libertad, l’ex vicepresidente resta quindi nel carcere di massima sicurezza, mentre il caso continua a suscitare forti tensioni politiche e interrogativi sul rispetto dei diritti umani nel sistema penitenziario ecuadoriano.