Martedì 30 Dicembre 2025

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Allarme Onu

Bambini violentati in Congo, il report choc Unicef: «Una crisi che peggiora ogni anno»

Un rapporto Unicef denuncia un fenomeno endemico e in crescita in tutte le province della Repubblica democratica africana

30 Dicembre 2025, 09:58

Bambini violentati in Congo, il report choc Unicef: «Una crisi che peggiora ogni anno»

Assemblea Onu

La violenza sessuale contro i bambini è endemica, sistemica e in costante aumento in tutta la Repubblica Democratica del Congo. A lanciare l’allarme è l’Unicef, che in un nuovo rapporto pubblicato oggi parla di una crisi profonda e ormai strutturale, aggravata ma non causata esclusivamente dal conflitto armato.

Secondo i dati raccolti a livello nazionale dai servizi di protezione e assistenza alle vittime di violenza di genere, nei primi nove mesi del 2025 sono stati registrati oltre 35 mila casi di violenza sessuale contro bambini. Nel 2024 i casi erano stati quasi 45 mila, pari a circa il 40 per cento di tutte le violenze sessuali segnalate nel Paese: tre volte in più rispetto al 2022. Numeri che, avverte l’Unicef, rappresentano solo la punta dell’iceberg, poiché paura, stigma, insicurezza e accesso limitato ai servizi impediscono a moltissimi sopravvissuti di denunciare.

«Gli operatori sociali descrivono madri che camminano per ore per raggiungere le cliniche con figlie che non riescono più a camminare dopo aver subito violenza», ha dichiarato Catherine Russell. «Le famiglie raccontano che il timore delle ritorsioni e dello stigma spesso blocca ogni denuncia. Storie come queste si ripetono in tutte le province, mettendo in luce una crisi radicata causata da insicurezza, disuguaglianza e sistemi di supporto fragili».

Le aree più colpite restano il Nord Kivu, il Sud Kivu e l’Ituri, dove conflitti armati, sfollamenti forzati e il collasso dei meccanismi di protezione espongono i minori a rischi estremi. Tuttavia, il fenomeno non riguarda solo le zone di guerra: numerosi casi sono stati documentati anche a Kinshasa e nel Kasai, dove povertà, insicurezza alimentare e abbandono scolastico aumentano la vulnerabilità, soprattutto delle ragazze.

A livello nazionale, le adolescenti rappresentano la quota più alta e in crescita delle vittime, mentre i ragazzi restano fortemente sottorappresentati nelle segnalazioni. I bambini con disabilità risultano particolarmente esposti, a causa di barriere fisiche, sociali e comunicative che ne aumentano la vulnerabilità e rendono ancora più difficile l’accesso a cure e giustizia.

Dati separati verificati dalle Nazioni Unite mostrano che, nelle regioni colpite dal conflitto, i casi erano già elevati nel 2022 e nel 2023 e sono aumentati di quasi il 30 per cento nel 2024. Le cifre preliminari del 2025 indicano una situazione ancora drammatica: nei primi sei mesi dell’anno i casi segnalati hanno già raggiunto livelli che potrebbero superare l’80 per cento del totale dello scorso anno.

Le conseguenze per chi sopravvive sono devastanti: gravi lesioni fisiche, gravidanze indesiderate, rischio elevato di Hiv e altre malattie sessualmente trasmissibili, oltre a traumi psicologici profondi come ansia, depressione e isolamento sociale, fino al rifiuto da parte delle stesse famiglie. Eppure, l’accesso a un sostegno salvavita resta limitato.

L’Unicef, insieme al governo congolese e ai partner locali, fornisce assistenza clinica, supporto psicosociale, spazi sicuri e gestione dei casi. Tra il 2022 e il 2024, il numero di bambini assistiti è aumentato del 143 per cento, raggiungendo oltre 24.200 minori nelle province più colpite. Tuttavia, insicurezza e drastici tagli ai finanziamenti globali hanno costretto molti programmi a ridimensionarsi o a chiudere. A metà 2025, solo il 23 per cento degli interventi contro la violenza di genere risulta finanziato, contro il 48 per cento del 2022, mettendo a rischio centinaia di migliaia di bambini, tra cui almeno 300 mila nelle regioni orientali.

L’Unicef chiede con urgenza al governo, alle parti in conflitto, alla società civile e alla comunità internazionale di prevenire e porre fine a ogni forma di violenza sessuale contro i minori, rafforzare i servizi di protezione, garantire indagini efficaci e assicurare risorse adeguate. «Affrontare questa crisi richiede una risposta immediata e il rispetto del diritto internazionale», ha concluso Russell. «I responsabili devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni e donne e bambini devono poter accedere a protezione e sostegno».