"Molto può essere deciso prima del nuovo anno". Lo ha assicurato il leader ucraino Volodymyr Zelensky, in un messaggio su X, nel quale riferisce degli "ultimi contatti" del negoziatore ucraino Rustem Umerov con "la parte americana" dopo la telefonata con l’inviato speciale Usa Steve Witkoff e il genero del presidente Usa, Jared Kushner. "Non stiamo perdendo un solo giorno. Abbiamo concordato un incontro al massimo livello con il presidente Trump nel prossimo futuro", ha aggiunto Zelensky.
Due giorni fa il presidente ucraino ha annunciato di aver ottenuto dagli Stati Uniti una revisione del loro Piano per porre fine al peggior conflitto sul suolo europeo dalla Seconda Guerra Mondiale. La nuova versione, su cui comunque non c'è ancora il pieno consenso delle parti, è stata inviata a Mosca, da cui si auspica arrivi una risposta. Il Piano rivisto include il congelamento del fronte, lasciando in sospeso le questioni territoriali e omettendo due richieste chiave di Mosca: non prevede più il ritiro ucraino da tutto il Donbass (dove ancora controlla delle zone), né un impegno legale da parte di Kiev a non aderire alla Nato, due importanti condizioni poste dal Cremlino, la cui approvazione del documento ora è tutt'altro che scontata.
Valuteremo se il Piano risponde allo "spirito di Anchorage", si è limitato a commentare il portavoce Dmitri Peskov, riferendosi al vertice tra i presidenti russo e statunitense, Vladimir Putin e Donald Trump, di questa estate in Alaska. La versione iniziale del Piano Trump, in 28 punti, era stata presentata da Washington quasi un mese fa e percepita a Kiev come fortemente favorevole al Cremlino. Secondo quanto riferito dal leader ucraino, la bozza - ora in 20 punti - non prevede più alcun ritiro immediato delle truppe ucraine da circa il 20% del territorio ancora sotto il loro controllo nella regione orientale di Donetsk, un obiettivo prioritario per l’esercito russo. "Siamo in una situazione in cui i russi vogliono il nostro ritiro da Donetsk, mentre gli americani stanno cercando di trovare una soluzione", ha dichiarato Zelensky. Il nuovo documento propone, quindi, il congelamento delle linee del fronte e l’apertura di discussioni sulla creazione di possibili zone smilitarizzate, definite "zone economiche speciali" dai negoziatori americani.
Il documento, elaborato nei negoziati a Miami, sarà integrato da ulteriori accordi bilaterali tra Stati Uniti e Ucraina, incentrati sulle garanzie di sicurezza e la ricostruzione. Secondo Zelensky, Kiev e Washington hanno raggiunto un consenso su diverse questioni chiave ma restano irrisolte alcune questioni relative al controllo territoriale, come il Donbass - cuore industriale dell’Ucraina orientale - e la gestione della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Zelensky non ha pubblicato una bozza del documento, ma ha presentato il contenuto del piano punto per punto durante un briefing con i giornalisti a Kiev.
Nonostante il permanere di alcune divergenze, l’Ucraina ottiene il ritiro dalla proposta di accordo di un’altra richiesta chiave di Mosca: la rinuncia formale di Kiev all’ingresso nella Nato. "Spetta alla Nato decidere se accogliere o meno l’Ucraina come membro. E la nostra scelta è fatta. Abbiamo deciso di non modificare la Costituzione ucraina per stabilire che il Paese non aderirà alla Nato", ha annunciato Zelensky. La versione originale del Piano Usa, invece, chiedeva a Kiev di assumersi un impegno legale a non aderire all’Alleanza, la cui espansione è considerata dal Cremlino una minaccia esistenziale. La possibilità che l’Ucraina entri nella Nato rimane remota: diversi Stati membri, tra cui gli stessi Stati Uniti, non sono favorevoli.
Zelensky, il cui mandato è scaduto a maggio 2024, ha anche dichiarato che il documento prevede lo svolgimento di elezioni presidenziali "il prima possibile" dopo la firma di un accordo che ponga fine alle ostilità; ha, tuttavia, indicato che qualsiasi accordo che preveda il ritiro delle truppe ucraine deve essere approvato da un referendum popolare, il che richiederebbe un cessate il fuoco di 60 giorni. La Russia ha finora respinto qualsiasi richiesta di cessate il fuoco senza un accordo di lungo termine, sostenendo che una pausa nei combattimenti consentirebbe solo al nemico di riarmarsi. Mosca non ha ancora reagito alla bozza del Piano americano, ma nei giorni scorsi funzionari russi hanno più volte criticato la posizione degli alleati europei di Kiev, accusandoli di cercare di "far deragliare il processo diplomatico" spingendo per cambiamenti inaccettabili per la Russia.
Ieri la reazione del Cremlino alle parole di Zelensky sull'auspicio natalizio degli ucraini che Vlaidmir Putin "possa morire". Peskov ha definito le sue affermazioni "incivili e cariche di odio", aggiungendo che "viene spontaneo chiedersi se sia in grado di prendere decisioni responsabili in direzione di una soluzione politico-diplomatica". E l’ambasciata russa a Roma ha postato su X un messaggio di condanna verso l’"ucranizzazione" dell’Italia.