La sentenza
La copertina incriminata
Il direttore Maurizio Belpietro dovrà risarcire con circa 10.000 euro le Ong Open arms, Emergency e Sea-watch, e con circa 7.000 euro Aoi rete nazionale, per aver definito “pirati” gli operatori delle ong impegnate nel soccorso in mare. Lo ha stabilito oggi il Tribunale di Milano nell’ambito del procedimento per diffamazione a suo carico.
Belpietro era imputato per omesso controllo, ai sensi dell’articolo 57 del codice penale, per aver consentito la pubblicazione, sulla copertina del settimanale Panorama nel novembre 2022 – che all’epoca dirigeva – del titolo “I nuovi pirati”, accompagnato da un’immagine riferita agli operatori umanitari delle ong attive nel Mediterraneo centrale.
Il procedimento era nato dall’esposto presentato da Open arms, Aoi – rete nazionale, Emergency e Sea-watch, che avevano ritenuto titolo e immagine “non veritieri e offensivi del lavoro umanitario svolto da chi, nel Mediterraneo centrale, opera per soccorrere vite umane”.
La decisione del tribunale arriva al termine dell’istruttoria dibattimentale svoltasi nel novembre scorso, durante la quale i rappresentanti delle ong coinvolte hanno reso testimonianza, illustrando nel dettaglio il modus operandi del soccorso civile in mare e le basi giuridiche che lo legittimano. In aula è stato inoltre chiarito come le organizzazioni siano sempre state assolte dalle accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nelle sedi giudiziarie competenti. Nel corso dell’istruttoria sono stati ascoltati anche Maurizio Belpietro, il giornalista Fausto Biloslavo, redattore della rivista, e l’ammiraglio De Felice.
La scelta delle ong di procedere con l’esposto, spiegano le organizzazioni, è maturata dopo anni di propaganda denigratoria contro chi opera per salvare vite umane. Un’attività che, sottolineano, non ha nulla a che vedere con la pirateria ma rappresenta invece un dovere morale e giuridico, riconosciuto dal diritto internazionale e nazionale. Un dovere che va tutelato, e non criminalizzato.
Con il pronunciamento di ieri, secondo le ong, vengono riaffermati principi fondamentali di civiltà giuridica: la solidarietà non è un reato, e chi la diffama, la offende o lancia accuse infondate contribuendo a diffondere odio, deve risponderne e risarcire le parti lese.