Mercoledì 31 Dicembre 2025

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Medio Oriente

Israele e Libano, tensioni e nuove accuse reciproche: raid, vittime e blocco degli aiuti

Intanto il portavoce della Corte penale internazionale, Fadi El Abdallah, ha affrontato le questioni legate ai mandati di arresto contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant: i mandati potrebbero essere revocati solo con argomentazioni solide

28 Novembre 2024, 13:17

14 Dicembre 2025, 19:24

Israele e Libano, tensioni e nuove accuse reciproche: raid, vittime e blocco degli aiuti

Il fragile cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah in Libano dura poche ore prima di nuove tensioni. Le forze di difesa israeliane hanno confermato raid nel sud del Libano e intensificato gli attacchi nella Striscia di Gaza, con un bilancio di almeno 15 morti. Questi eventi si inseriscono in un quadro di accuse reciproche e blocchi umanitari che aggravano ulteriormente il conflitto Israele-Libano.

Raid in Libano e Gaza

L’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito sospetti che tentavano di rientrare nei villaggi evacuati del sud del Libano, come Taybah e Markaba. Secondo i media locali, l’attacco ha causato due feriti. L’Idf ha giustificato i raid come risposta a "violazioni del cessate il fuoco" e ha avvisato i civili di non tornare nelle aree colpite.

Nel frattempo, nella Striscia di Gaza, i raid israeliani hanno colpito obiettivi civili, inclusi campi profughi e abitazioni. Tra le vittime si registrano un bambino e altre 14 persone, con decine di feriti. Secondo l’agenzia Wafa, i bombardamenti hanno devastato quartieri come Zeitoun e Beit Lahiya. In questa escalation, Israele ha anche separato uomini palestinesi da donne e bambini, arrestando molti per interrogatori.

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Blocco umanitario a Gaza

L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) denuncia il blocco quasi totale degli aiuti umanitari nel nord di Gaza. Israele ha negato 82 richieste di consegna di aiuti tra ottobre e novembre e impedito nove ulteriori tentativi di portare rifornimenti essenziali. Circa 65.000-75.000 persone rimangono intrappolate in condizioni critiche. L’Unrwa ha espresso preoccupazione: «Le condizioni di sopravvivenza diminuiscono rapidamente».

Dichiarazioni e reazioni

Il portavoce della Corte penale internazionale, Fadi El Abdallah, ha affrontato le questioni legate ai mandati di arresto contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant. Secondo El Abdallah, i mandati potrebbero essere revocati solo con argomentazioni solide, come l’istituzione di una commissione d’inchiesta indipendente da parte di Israele. Ha inoltre respinto le accuse di pregiudizi anti-israeliani, sottolineando che «tutti devono obbedire alle leggi».

Nel frattempo, in Libano, il capo del Parlamento, Nabih Berri, ha convocato un’assemblea per eleggere un nuovo presidente il prossimo 9 gennaio. La carica resta vacante da oltre due anni, evidenziando la complessa situazione politica del Paese, ulteriormente aggravata dalle tensioni con Israele.

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Necessità di interventi internazionali

La comunità internazionale deve affrontare con urgenza la crisi umanitaria e politica legata al conflitto Israele-Libano. Il blocco degli aiuti e l’escalation delle violenze rischiano di destabilizzare ulteriormente la regione.

Il cessate il fuoco, già fragile, sembra lontano dal portare una vera stabilità. Le dichiarazioni della Corte penale internazionale e la programmazione di nuove elezioni in Libano potrebbero aprire spiragli di soluzione, ma resta essenziale un’azione coordinata per evitare ulteriori sofferenze civili e violazioni dei diritti umani.