Domenica si vota per le Regionali in Lazio e Lombardia, con 12 milioni di italiani al voto: come reagirà la maggioranza nel caso in cui un exploit di Fratelli d’Italia, come sembra dai sondaggi, riducesse ben al di sotto del 10 per cento il risultato di Forza Italia?

Un risultato del genere porterà a un maggiore protagonismo di Lega e Forza Italia ma solo questo. C’è limite al masochismo e non credo che possano mettere in discussione l’alleanza. Avremo il classico gioco del cerino ma niente più. Viviamo una situazione abbastanza paradossale: Forza Italia tende al protagonismo ma per quanto riguarda la Lega, raramente ho visto Salvini così appiattito. Punta a fare il buon ministro, ha assunto una posizione ragionevole nella questione Donzelli- Delmastro e sta procedendo come un uomo dal grande senso di responsabilità. In Lombardia Forza Italia ha la concorrenza molto forte della Moratti, nel Lazio ho l’impressione che Forza Italia andrà non male, malissimo. Mentre Fratelli d’Italia è straripante nonostante i casini tra Meloni e Rampelli.

La procura di Roma indaga su Delmastro- Donzelli per rivelazione di segreto d’ufficio, e anche se dalla maggioranza si cerca di passare oltre il caso è ancora aperto: crede che sia opportuno un passo indietro, ad esempio le scuse, da parte dei due esponenti di Fdi?

Forza Italia non può chiedere le dimissioni dei due esponenti di Fratelli d’Italia, ma non li sta nemmeno sostenendo come ci si aspetterebbe da un partito di maggioranza. Sulla questione, anche se non erano documenti segreti tutti coloro che ne hanno avuto copia erano tenuti al riserbo, perché non sono dialoghi da poco. Immagino che ci siano comunicazioni continue da parte del Dap rispetto ai comportamenti dei detenuti più significativi al 41bis di cui noi giustamente non sappiamo nulla. E invece quelle conversazioni sono uscite. Tra l’altro Donzelli è vicepresidente del Copasir, un organo di cui ho fatto parte. Ebbene, c’era un presidente che dava notizie di tutto ciò che arrivava e la conseguenza è che da un certo punto in poi non ci arrivarono più i documenti. Dire che i parlamentari del Pd che hanno visitato le carceri sono collusi con la mafia, poi, è stata una follia.

Si spieghi meglio.

Io ho fatto parecchie visite nelle carceri. Quelli come Donzelli evidentemente non sanno come funziona, perché quando tu chiedi di vedere un detenuto te lo fanno vedere ma è cura del direttore del carcere e del capo della polizia penitenziaria di portarti a fare un giro, a parlare con altri detenuti, insomma quello che è avvenuto è tutto normale.

Il dibattito politico è incentrato su Fratelli d’Italia, soprattutto sulla giustizia, un tema a cui Forza Italia tiene molto in quanto anima garantista della coalizione, come ripete spesso il presidente Berlusconi: cosa chiederanno gli azzurri su questi temi affinché la convivenza al governo possa procedere senza intoppi?

Scalpi non ne possono chiedere, ma sul merito devono farlo, altrimenti scomparirebbero. Anche soltanto per fare da sponda a Carlo Nordio, visto che in queste settimane è emerso il limite di un ministro tecnico. Fosse stato un politico, poteva spostare Delmastro o avocare a sé tutta la documentazione proveniente dal Dap. Invece ha le mani legate e questo è un limite. È passato da un eccesso di dichiarazioni contro i pm antimafia a un eccesso in senso opposto che gli avrà sicuramente chiesto la Meloni.

Nordio la prossima settimana terrà un’informativa in Aula: pensa che Forza Italia sosterrà fino in fondo il lavoro del Guardasigilli, come fatto in questi primi mesi di governo, visto che il ministro è spesso tirato per la giacchetta da chi, anche all’interno del governo, lo vorrebbe fuori?

Non sono possibili le dimissioni. Sarebbe destabilizzante per l’intero governo e un colpo troppo grosso per Meloni. Lui e la presidente del Consiglio si devono guardare negli occhi e al di là di questo incidente incredibile di Delmastro e Donzelli devono trovare la quadra. Meloni lo ha fatto eleggere e lo ha voluto ministro, non può umiliarlo costringendolo alle dimissioni. Deve garantirgli un percorso riformatore, visto che lui ha coperto i due esponenti di Fdi.

Ieri Fazzolari è stato protagonista di un botta e risposta con La Stampa dopo una sua presunta uscita legata alle armi nelle scuole, con Salvini che ha preso le distanze: visti i casi recenti, pensa ci sia un problema di comunicazione da parte di alcuni esponenti di maggioranza, talvolta membri di governo?

Non c’è alcun dubbio. Al governo c’è gente che non è abituata a stare al governo. È questo il punto. Hanno fatto tanti anni di opposizione e ora credono di stare al governo con lo stesso linguaggio di prima. Dovrebbero imparare da Meloni, che essendo una persona intelligente sta cercando in tutti i modi di apparire come un leader di governo.

Dal Pnrr al prossimo Consiglio europeo sull’immigrazione, il dialogo tra governo e Unione Europea è costante, ma a volte emerge la differenza tra l’approccio “popolare” di Ursula von der Leyen e quello “conservatore” di Giorgia Meloni: che ne pensa?

Questa è una questione enorme che non possiamo prevedere perché riguarda il profondo del Ppe, quel che mi sembra è che Meloni sta cercando di avere un’interlocuzione in Europa anche perché altrimenti non verrebbe a capo di tuti i dossier che interessano l’Italia.