«Valuteremo con attenzione» è una frase che sugli assi cartesiani del linguaggio politico equivarrebbe a zero. Eppure non è insignificante se a pronunciarla è un deputato 5 stelle a proposito della prescrizione. Più precisamente, un pentastellato di prima linea come Mario Perantoni, presidente di quella commissione Giustizia in cui si consumerà la resa dei conti sulla norma Bonafede.

Anche perché Perantoni riconosce che dietro la modifica della prescrizione ipotizzata negli emendamenti del Pd c’è «sicuramente spirito costruttivo». Un riconoscimento dell’evidentissimo “tatto” tecnico- normativo adoperato dai dem: basti pensare che l’emendamento al ddl penale illustrato due giorni fa da Rossomando, Bazoli e Mirabelli prevede, sì, che anche per i condannati in primo grado, superato un certo limite di durata dell’appello, scatta la “prescrizione processuale”, o meglio l’ «improcedibilità». Ma quel “certo limite” manco viene azzardato, dai deputati democratici: precisano che lo si dovrà «prevedere» nell’esercizio della delega. Il ddl penale è appunto una legge delega, e a puntualizzare il limite invalicabile dovrà dunque essere il decreto delegato di Marta Cartabia. E visto che questi provvedimenti attuativi, secondo l’ultima versione del Recovery, arriveranno fra un annetto, hai voglia di tempi supplementari sulla prescrizione. Allegria.

Presidente Perantoni, il Pd ha proposto una prescrizione processuale, ma senza indicare il termine oltre il quale, anche per i condannati in primo grado, scatterebbe: le sembra una soluzione accettabile per assicurare un antidoto ai casi in cui il processo arriva a una durata irragionevole?

L’impegnativa riforma del processo penale in corso porterà alla riduzione dei tempi dei processi, marginalizzando il tema prescrizione. Vedremo nero su bianco e valuteremo con attenzione le proposte del Pd, avanzate sicuramente con spirito collaborativo.

Dai dem è stata anche prevista un’estensione dello sconto di pena nel patteggiamento: non più un terzo ma la metà. Concorda con l’idea di rendere più “appetibile” quel rito?

Per noi il patteggiamento non può essere finalizzato alla riduzione irragionevole della pena: lo Stato ti viene incontro ma la pena deve restare proporzionata al fatto perché non perda la sua funzione di deterrenza. Dal mio punto di vista, semmai, sarebbe più efficace intervenire non sulla pena patteggiata ma sulla sua esecuzione per i reati meno gravi, prendendo spunto dagli istituti che incentivano realmente le alternative alla detenzione. Comunque sentiremo le argomentazioni, anche perché è una valutazione che va fatta nel quadro d’insieme della loro proposta.

Leu propone il ripristino dell’abbreviato per i reati da ergastolo: verrebbe cancellata la legge voluta dalla Lega. È un’ipotesi su cui il Movimento 5 Stelle sarebbe disposto a discutere?

Mai rifiutato il confronto ma i reati gravi e di elevata pericolosità sociale, per i quali è previsto il massimo della pena, hanno gravissime ripercussioni sulle vittime e quindi il tema è estremamente delicato.

È chiaro che sembra prevalere, nella maggioranza, un orientamento più sbilanciato sulle garanzie: è un equilibrio al quale il Movimento 5 Stelle può adattarsi?

Non condivido questa lettura. Stiamo lavorando per velocizzare i tempi del processo penale, una nostra iniziativa, consapevoli che saremmo dovuti arrivare a conciliare posizioni diverse. La politica è mediazione e sintesi, non adattarsi su posizioni di altri.

Ma se passassero proposte non gradite al Movimento come la prescrizione processuale, si aprirebbe un problema, sulla partecipazione all’attuale maggioranza?

Ho appena detto che su questi temi è necessario arrivare a sintesi. È evidente che se ciò non dovesse accadere, e si volesse forzare la mano, il problema si porrebbe. Vale per tutti, del resto.