Gode Milano, gode Cortina, gode l’Italia, godono i governatori leghisti del Nord insieme al sindaco Sala di centrosinistra, e al sindaco Ghedina, di una lista civica di centrodestra. Il febbraio 2026 sarà tutto nostro. Gode anche e molto il premier Conte che temeva un pessimo ritorno mediatico per un governo: se fosse uscito sconfitto, non solo lo accusato rinfacciando le posizioni euroscettiche che avrebbero alienato il consenso dei parner europei, alimentato chissà quale cattiva aura mondiale. Eppure alla presentazione la candidatura era sembrata forte, fortissima, ben appoggiata da tutti insieme, con professionalità, serietà e una trascinante allegria. E menomale che è andato tutto bene, e pure il presidente Mattarella, che ha mandato il suo messaggio dal senso unitario di un Paese compatto, ora tira un sospiro di sollievo.

Di converso, nel giorno del trionfo olimpico, torna alla mente la grande tristezza romana, che sente con invidia parlare di Milano come una città internazionale, sulla cresta dell’onda, dove tutto funziona come un orologio svizzero di Losanna, i trasporti, la mondezza, il traffico. Il capoluogo lombardo fu battuto solo da una monetina quando si trattò di giocarsela contro gli olandesi di Amsterdam per il grandissimo affare dell’Ema, l’agenzia europea per i medicinali, andata via da Londra per colpa della Brexit: agenzia che muove miliardi su miliardi e decide della ricerca e della salute dei cittadini di mezzo mondo. Roma, lo sappiamo, le Olimpiadi le ha scartate con disprezzo, rifiutando persino di tentare la sorte, perché nel 2016 per la Raggi erano le «olimpiadi del mattone», uno spreco di soldi, e sul blog di Grillo Di Battista accusava «palazzinari senza scrupoli, presidenti del Coni in attesa di rielezioni...», buttando a mare un ritorno economico che avrebbe fatto bene a tutte le categoria commerciali della città, avrebbe avuto certo l’aiuto del governo e sarebbe stato celebrato così come ora a Milano e Cortina si moltiplicano le bicchierate e i salti di gioia.

Fu il trionfo della decrescita felice, il totem grillino che continua a fare danni nell’economia del Paese. Sembrano gli stessi pensieri che hanno guidato la dichiarazione maligna di Salvini: «Vincono l'Italia, il futuro e lo sport: grazie a chi ci ha creduto fin da subito, soprattutto nei Comuni e nelle Regioni, e peccato per chi ha rinunciato. Ci saranno almeno cinque miliardi di valore aggiunto, 20mila posti di lavoro, oltre a tante strade ed impianti sportivi nuovi: con le Olimpiadi invernali confermeremo al mondo le nostre eccellenze e le nostre capacità». L’allusione è ai grillini piemontesi, alla Appendino che s’è tirata indietro e poi pentita, e, probabilmente, anche al precedente romano.

Quanto valga la vittoria milanese- veneta lo spiega anche Bonomi, presidente di Assolombarda che si concentra sugli investimenti: «Ma se abbiamo raggiunto questo risultato, che porterà sul territorio 1,2 miliardi di euro di investimenti di cui oltre 800 milioni come contributo dello stesso Cio, è perché abbiamo saputo far fronte comune attraverso una grande alleanza pubblico- privata che ha visto le imprese e le istituzioni lavorare insieme per il bene del Paese.

Un modello che dobbiamo replicare in tutti i contesti della competizione internazionale e delle scelte che ci vedono protagonisti: questa, ne siamo convinti, rappresenta la chiave per la crescita italiana». Il premier Conte ha indicato qual è la strada per la vittoria, «lavorare compatti», il che ha prodotto 47 voti contro 34, e non è poco: «Siamo orgogliosi di questo grande risultato. Ha vinto l’Italia: un intero paese che ha lavorato unito e compatto con l’ambizione di realizzare e offrire al mondo un evento sportivo memorabile».

Secondo la Sapienza «i Giochi invernali contribuiranno positivamente alla crescita dell’economia: gli incrementi del Pil tra il 2020 e il 2028 vanno da 93 a 81 milioni annui. La crescita cumulata del prodotto raggiunge un massimo di circa 2,3 miliardi nel 2028». La Bocconi si spinge più avanti e parla di 3,2 miliardi. I posti di lavoro generati nelle varie fasi ( dalla preparazione fino alla conclusione e anche oltre) sono più di 22.300 di cui 13.800 in Veneto, a Trento e a Bolzano e 8.500 in Lombardia.

Questi studi hanno corredato il progetto italiano presentato a Losanna. Il dossier di Milano- Cortina divide le gare in quattro ’ cluster’ fra Lombardia, Veneto e le province di Trento e Bolzano: Milano, Valtellina, Cortina e Val di Fiemme. «Ci sono stati anche momenti nei quali sembrava che saltasse tutto, però il risultato è arrivato. Noi siamo già partiti per i Giochi, non si arriva con un dossier così se non si è già partiti» : il presidente del Veneto, Luca Zaia è uno dei vincitori. «Con Conte abbiamo parlato tante volte insieme, ci siamo incontrati, anche nei momenti difficili, perchè questa candidatura ha avuto anche momenti complicati, ma noi abbiamo tenuto il punto e il risultato è arrivato».